OPPIDO MAMERTINA (Reggio Calabria) – Erano andati in Calabria per raccontare la storia dell’inchino della Madonna di Oppido Mamertina, in provincia di Reggio. La famiglia Mazzagatti, però, non era d’accordo. Il 20 agosto, una troupe della televisione tedesca Ard è stata aggredita mentre si trovava nel paesino della Piana di Gioia Tauro.
“Voi giornalisti scrivete sempre stronzate”. Domenica e Francesca Mazzagatti sono le figlie del boss Giuseppe Mazzagatti, padrone assoluto di Oppido Mamertina. Davanti alla sua abitazione si inchinano persino i santi. Il 2 luglio scorso lo ha fatto anche la Madonna di Tresilico, durante la processione guidata dal parroco don Benedetto Rustico. Un inchino per omaggiare il mammasantissima ultraottantenne e gravemente malato. Un gesto che serve a creare consenso e a dimostrare il controllo del territorio da parte della cosca mafiosa.
’Ndrangheta e chiesa. Un intreccio che, a queste latitudini, assume contorni inquietanti. L’inchino non è stato altro che il modo di servirsi dei riti religiosi per far capire a tutto il paese che i Mazzagatti sono ancora la “famiglia” che conta a Oppido Mamertina. Lo sa bene il sindaco eletto a maggio, Domenico Giannetta del Nuovo Centrodestra, che non ha inteso accogliere l’invito del maresciallo dei carabinieri Andrea Marino, ad abbandonare la processione.
Il comandante della stazione ha segnalato l’episodio alla Procura Distrettuale di Reggio Calabria, che ha aperto un fascicolo dove, oltre a una dettagliata informativa, c’è un filmato in cui si vede la statua della Madonna effettuare una rotazione innaturale e fermarsi in direzione della casa di Mazzagatti. Quello che, però, non lascia adito a dubbi è il grido di un soggetto che, seppur non inquadrato, è stato già identificato dai carabinieri.
“Fai fare l’inchino alla Madonna” sarebbe stata la frase pronunciata da uno dei portatori della vara a poche decine di metri dalla casa del boss. La vicenda è finita sulle prime pagine dei quotidiani nazionali. Il vescovo Milito ha sospeso tutte le processioni della diocesi a tempo indeterminato. La Direzione distrettuale antimafia ha aperto due nuove inchieste sulle processioni di San Procopio e Scido.
Un’esposizione mediatica alimentata dalle imprecazioni di don Benedetto Rustico che, durante l’omelia di una messa, ha invitato i fedeli a schiaffeggiare un giornalista del Fatto Quotidiano che si era azzardato a entrare in chiesa. Quattro giorni fa, a rischiare il linciaggio sono state le giornaliste di Ard, Katya Rieth e Alessandra Molinari, e i due cameramen. Uno di loro, Roberto Porru, è stato accompagnato dai carabinieri al pronto soccorso per alcune escoriazioni a una gamba e a un braccio.
Dopo la strage del 2007, quando a Duisburg furono ammazzati sei affiliati alla cosca Pelle-Vottari di San Luca, si è alzata l’attenzione della Germania al fenomeno della ’ndrangheta. La televisione Ard è così venuta in Calabria per un servizio sull’inchino della Madonna. Stando alla ricostruzione degli investigatori, la troupe della televisione tedesca si era presentata sotto casa dei Mazzagatti al centro di Oppido Mamertina. Voleva intervistare i familiari del boss che, invece, appena hanno visto la telecamera si sono avventati contro i giornalisti.
Da un cortile, a fianco l’ingresso dell’abitazione, qualcuno ha lanciato alcuni mattoni. Le sorelle Mazzagatti sembravano impazzite. “Voi giornalisti scrivete sempre stronzate. – urlava una di loro –. Non me ne frega nulla. Deve chiudere il telefono e se ne vada. Ancora ‘sta storia con questi bastardi. Ancora questa storia. Bastardi”. E l’altra: “La dovete buttare questa telecamera. Basta, basta. Ora siamo stanchi. Non è vero niente tutta questa storia dell’inchino”.
Mentre Francesca e Domenica Mazzagatti spintonavano le giornaliste, il marito della prima, Carmelo Rustico (cugino di don Benedetto), si è scagliato contro il cameraman colpendo la sua telecamera con un mattone. “Ci state rompendo le scatole”. Non lo ha mollato fino a quando, con la forza, non si è fatto consegnare il cd con la registrazione del filmato di Oppido Mamertina. Cd che è stato recuperato solo dopo l’intervento dei carabinieri che hanno segnalato le due figlie e il genero del boss alla Procura della Repubblica di Palmi. Ancora giornalisti aggrediti perché si occupano di ‘ndrangheta. Ancora in Calabria. (Il Fatto Quotidiano)
Ad Oppido Mamertina i giornalisti tedeschi stavano realizzando un servizio sull’inchino