ROMA – I migliori auguri di buon anno e grazie di cuore a quanti, dal 28 luglio 2022, continuano ad aderire, sempre più numerosi, alla Figec Cisal, il nuovo sindacato dei giornalisti e di tutti gli operatori dell’informazione, della comunicazione, dei media, dell’editoria, dell’arte e della cultura, ormai presente in quasi tutte le province italiane. Ma anche a quanti non hanno ancora aderito perché non credono più nel sindacato e si sentono stanchi, sfiduciati, delusi, traditi.
La Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione, federata alla Cisal, è un sindacato “per” e non “contro”. Un sindacato nel quale la diversità rappresenta un’occasione di riflessione e di crescita, non un problema da eliminare annientando chi non si adegua al pensiero unico.
Un sindacato nuovo, a cominciare dall’organizzazione: saldamente ancorato alla realtà e al territorio, al passo con i tempi, propositivo, controparte e non nemico delle aziende. Un sindacato di vero servizio, grazie ai Caf e ai Patronati della Cisal presenti in tutte le province italiane e a disposizione di tutti gli iscritti.
Un sindacato che raccoglie le istanze ed è vicino anche all’ultimo dei lavoratori, non un circolo esclusivo impegnato a difendere i privilegi di pochi, derogando al proprio ruolo per non urtare gli interessi dei grandi gruppi economici e di potere.
Un sindacato federato alla più grande e importante organizzazione sindacale autonoma d’Italia: la Cisal del segretario generale Francesco Cavallaro presente nel Cnel, all’Aran e nel Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps. E proprio grazie alla Cisal ed all’Unione Stampa Periodica Italiana che, nel 2020, è nato il Protocollo Uspi-Cisal per la regolamentazione dei rapporti di lavoro di natura redazionale nei settori della comunicazione e dell’informazione periodica locale e on line e nazionale no profit, che presto sarà assorbito dal nuovo contratto nazionale per il lavoro giornalistico e la comunicazione Figec Cisal – Uspi. Un contratto moderno, già leader nelle principali testate dell’informazione online, che garantisce sostenibilità alle aziende e dignità ai lavoratori grazie a diritti e tutele, molti dei quali mai riconosciuti prima da alcun contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Un sindacato nato nel nome di una libertà che non può e non deve rimanere solo sulla carta e del rispetto per ciascun lavoratore non solo dei settori tradizionali dell’informazione, della comunicazione, della cultura, dell’arte, ma anche e soprattutto delle nuove figure professionali legate al mondo del web.
Un sindacato moderno. Che include, non esclude. In una parola, un sindacato nuovo. Per tutelare e difendere i diritti di chi lavora, per dare valore al merito, per dare a tutti un’opportunità, soprattutto a quanti il lavoro non ce l’hanno, ma lo reclamano disperatamente perché l’hanno perso o non l’hanno mai avuto.
Un sindacato vero, fatto di persone, dal nostro presidente Lorenzo Del Boca, a tutta la Giunta Esecutiva, al Consiglio Nazionale, a tutti gli iscritti. Persone che non vogliono lasciare indietro nessuno. Con umiltà e a testa alta. Perché chi ha bisogno deve essere aiutato e chi vuole aiutare, creando lavoro serio, pulito e dignitoso, deve essere messo nelle condizioni di farlo. Perché non c’è libertà senza lavoro e non è lavoro tutto ciò che viene fatto non solo sotto ricatto e sfruttamento, ma anche senza retribuzione adeguata.
La libertà ha un prezzo che ogni democrazia è chiamata a pagare assicurando a tutti lo strumento essenziale per ottenerla: il lavoro. Un costo che si paga ogni giorno, con sacrificio e fatica, subendo spesso amare delusioni per non veder riconosciuti merito e valore.
Un prezzo che, a testa alta, ogni persona onesta è disposta a pagare per potersi guardare allo specchio senza provare vergogna e, soprattutto, per guardare negli occhi le persone alle quali vuole più bene.
Il lavoro per tutti: è questo il primo impegno che chiediamo al Governo guidato da Giorgia Meloni. Il lavoro: è questo il miglior augurio che rivolgiamo a quanti non ce l’hanno, l’hanno perso o lo stanno perdendo. Il lavoro: l’unico lasciapassare per la normalità. (figec.it)
Carlo Parisi
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