ROMA – La Figec Cisal celebra oggi il suo secondo compleanno. Non è un giorno di festa per i tanti, troppi, giornalisti e operatori dell’informazione e della comunicazione che un lavoro non ce l’hanno, rischiano di perderlo o sono costretti a lavorare in condizioni di precarietà o inaccettabile sfruttamento. Lo è, invece, per i sempre più numerosi colleghi che, indipendentemente dal contratto di lavoro o di collaborazione applicato dalla loro azienda o ente pubblico o privato, giorno dopo giorno, in ogni provincia del nostro Paese, aderiscono alla Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione trovando porte aperte al pluralismo e alla libertà di opinione e di espressione e risposte concrete ai tanti problemi che investono un settore che, soprattutto negli ultimi anni, ha registrato un radicale cambiamento. E lo è ancora di più per i circa duemila giornalisti che possono finalmente beneficiare del contratto collettivo nazionale di lavoro Figec Cisal – Uspi che, dal 1° gennaio 2023, garantisce sostenibilità alle aziende e dignità ai lavoratori grazie a diritti e tutele, molti dei quali mai riconosciuti prima da alcun contratto nazionale di lavoro giornalistico.
Un contratto moderno, già leader nelle principali testate dell’informazione online, Citynews e Fanpage, che ha assorbito, migliorandolo, il Protocollo Uspi-Cisal del 15 ottobre 2020, che ha guardato soprattutto alle nuove figure professionali legate al mondo del web.
Il nuovo sindacato unitario dei giornalisti e degli operatori dell’informazione, della comunicazione, dell’arte e della cultura, del resto, è nato proprio per questo: per non lasciare indietro nessuno.
Ecco perché il nostro contratto collettivo nazionale di lavoro giornalistico prevede una contrattazione di secondo livello alla presenza delle organizzazioni sindacali firmatarie, la nostra Figec Cisal e l’Uspi guidata dal segretario generale Francesco Saverio Vetere: perché tutti i lavoratori, nessuno escluso, hanno diritto ad avere una base contrattuale, normativa e retributiva, che non faccia figli e figliastri e soprattutto impedisca il ricorso al lavoro nero o all’applicazione impropria di rapporti di lavoro dipendente mascherato da lavoro autonomo. E, nel contempo, nelle aziende che per dimensioni e fatturato esiste la possibilità di sottoscrivere la contrattazione di secondo livello, la presenza obbligatoria di Figec Cisal e Uspi è garanzia per i lavoratori di non derogare, ricorrendo ad alchimie di sorta, ai diritti garantiti dal contratto collettivo.
Sono trascorsi appena due anni dal 28 luglio 2022, ovvero da quando, nella Sala Zuccari del Senato, a Palazzo Giustiniani, la Figec Cisal ha fatto il suo debutto presentando il manifesto sottoscritto dai 63 promotori che hanno approvato lo statuto provvisorio esprimendo la volontà di federare la Figec alla Cisal, la Confederazione Italiana dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori, guidata dal segretario generale Francesco Cavallaro, che, con oltre 1 milione 400mila iscritti, è la più importante organizzazione sindacale autonoma d’Italia presente nel Cnel, all’Aran e nel Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps.
Una novità per il mondo dell’editoria, della comunicazione e della cultura – in tutte le reciproche estensioni – che si sono ritrovate nella stessa famiglia, ma soprattutto una novità epocale per i giornalisti che, per la prima volta, dopo 114 anni di sindacato unico, hanno avuto l’opportunità di scegliere da chi farsi difendere.
«Nel nome di una libertà – è questo uno dei principi della Figec – che non può e non deve rimanere solo sulla carta e del rispetto per ciascun lavoratore nella consapevolezza che ognuno di noi viene da percorsi differenti, ha lavorato e lavora in comparti diversi ed è meritevole di avere accanto un sindacato moderno. Che includa, non escluda. In una parola, un sindacato nuovo».
Due anni di intenso e duro lavoro che, grazie all’esperienza degli anziani e all’entusiasmo dei giovani, hanno consentito alla Figec Cisal di compiere passi da gigante in un periodo storico nel quale il sindacato, da anni e in ogni settore, segna purtroppo il passo.
Con il presidente Lorenzo Del Boca, il delegato alla previdenza e agli affari giuridici e legislativi Pierluigi Roesler Franz, la Giunta Esecutiva, il Consiglio Nazionale la Conferenza dei Fiduciari territoriali e tutti gli altri organismi centrali e periferici, la Figec Cisal ha dimostrato di non essere seconda a nessuno.
Abbiamo assistito centinaia di colleghi, anche in complicate vertenze che, grazie al sereno e ragionevole confronto con la controparte, si sono positivamente risolte con la soddisfazione di entrambe le parti.
Siamo riusciti a contrattualizzare centinaia di colleghi facendo comprendere ai datori di lavoro quanto fosse importante regolarizzare collaborazioni che, oltre a danneggiare pesantemente i lavoratori, avrebbero danneggiato le aziende.
Abbiamo incontrato centinaia di soggetti istituzionali (ministri, sottosegretari, presidenti di Regione e di Provincia, sindaci, prefetti, questori, magistrati) illustrando i nostri programmi e i nostri progetti, concordando importanti strategie comuni in materia di diritti e di tutele per il mondo dell’informazione e della cultura tutta e fatto indire o rettificare bandi di concorso nella Pubblica Amministrazione.
Abbiamo collaborato con numerosi Ordini e associazioni professionali sottoscrivendo importanti intese in materia di comunicazione; grazie alla collaborazione con l’ente terzo InformaGiovani e alcuni Ordini regionali abbiamo organizzato decine di corsi di formazione per giornalisti e professionisti di altre categorie perché riteniamo che la formazione, quella vera, sia l’unica garanzia di crescita per chi crede seriamente nell’informazione professionale di qualità e non vuole sentirsi un pesce fuor d’acqua in un mondo in continua evoluzione.
Abbiamo – grazie alla nostra Confederazione Cisal – messo gratuitamente a disposizione di tutti gli iscritti i Patronati e le oltre 800 sedi in tutta Italia (con oltre 1.600 operatori specializzati) dei Caf Cisal assistendo lavoratori e pensionati nel disbrigo degli adempimenti fiscali.
Abbiamo garantito ai nostri iscritti e alle loro famiglie le agevolazioni derivanti dalle numerose convenzioni stipulate da Cisal Servizi e Consulenze nei più svariati settori al fine di sostenere concretamente l’economia domestica: abbigliamento, alberghi, assicurazioni, assistenza legale, autonoleggio, banche, editoria, energia elettrica, gas, ottica, sanità, scuola, università, viaggi.
Il 16 dicembre 2023 abbiamo istituito il Dipartimento Unirai che, grazie al segretario Francesco Palese, al Consiglio direttivo e all’entusiasmo di tutti i Liberi Giornalisti Rai, in pochi mesi ha superato i 350 iscritti e, soprattutto, il 19 aprile scorso ha sottoscritto a Viale Mazzini, con l’amministratore delegato Roberto Sergio e il direttore generale Giampaolo Rossi, il Protocollo di relazioni industriali e sindacali con la Rai che sancisce il riconoscimento ufficiale del dipartimento Figec Cisal come sindacato significativamente rappresentativo sul territorio nazionale dei giornalisti nell’azienda concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiofonico e televisivo in Italia.
Una tappa fondamentale che rappresenta un ulteriore traguardo storico per il pluralismo e la fine del monopolio sindacale anche nella categoria dei giornalisti Rai. Un risultato che conferma la bontà del lavoro svolto dal Direttivo di Unirai che, tra mille ostacoli e difficoltà di ogni tipo, in pochi mesi non solo è riuscito a ottenere risultati importanti, ma a risvegliare l’entusiasmo di tante colleghe e tanti colleghi della Rai che si sono spesi senza sosta per costruire un sindacato nuovo tenendo alta la bandiera della professione.
Abbiamo fatto tanto in poco tempo e senza un centesimo di contributi economici da parte di chicchessia. Senza stipendi o gettoni di presenza, ma con la genuina passione dei tanti colleghi che, con convinzione, hanno voluto mettere al servizio di tutti il patrimonio di esperienza e di idee per credere ancora nel giornalismo professionale di qualità e in tutte le professioni legate al mondo dell’informazione, della comunicazione, dell’arte e della cultura che creano lavoro serio, pulito e dignitoso.
Perché non c’è democrazia senza pluralismo e libertà di esprimere liberamente il proprio pensiero. Perché non c’è libertà senza lavoro e non è lavoro tutto ciò che viene fatto non solo sotto ricatto e sfruttamento, ma anche senza retribuzione adeguata e profondo rispetto per la meritocrazia. Un prezzo che in troppi si trovano spesso a pagare ogni giorno, quasi sempre.
Figec Cisal è nata anche per questo: per opporsi alla nomina a senatori dei cavalli, men che meno degli asini, ma per ascoltare, guardandoli negli occhi, assistere, tutelare e valorizzare quanti altro non chiedono che vivere dignitosamente e avere l’opportunità di crescere facendo valere il proprio valore e i meriti conquistati con sacrificio e fatica. Diritti che un Paese civile e democratico avrebbe il dovere di garantire e premiare piuttosto che calpestare mortificando i sogni e le speranze delle persone perbene. (giornalistitalia.it)
Carlo Parisi