MILANO – “Cretino, tamarro di Rozzano, menestrello dei decerebrati NoExpo, bisognevole di un insegnante di sostegno, rapper per femminucce, illetterato, brufoloso, pitturato, colorato, nel suo mondo di sottosviluppati”.
Questi erano gli epiteti che il giornalista di “Libero” Filippo Facci aveva indirizzato a Fedez. E proprio queste espressioni, non proprio delicate, hanno indotto il giudice per le indagini preliminari, Sergio Natale, a disporre per il cronista il rinvio a giudizio per diffamazione.
Secondo Natale, queste espressioni non possono essere inquadrate nell’ambito di uno scambio civile tra persone “per la violenza intrinseca e per l’assoluta gratuità rispetto all’oggetto della presunta critica”.
Oltretutto, sottolinea il giudice, si tratta di espressioni utilizzate da un giornalista, dotato di ampie capacità lessicali, che quindi sarebbe stato in grado di esprimere le sue opinioni con altri toni ed utilizzando altri termini, senza trascendere nell’insulto gratuito e fine a sé stesso.
Così ora, non solo Facci dovrà spiegare davanti a un tribunale penale le sue espressioni, ma anche il direttore di “Libero”, Maurizio Belpietro, dovrà rispondere per omissione della propria funzione di controllo dei contenuti degli articoli scritti dal suo giornalista, spiega l’avvocato Cristiano Magaletti. (la presse)
Il giornalista su Libero: “Cretino, menestrello dei decerebrati”. Per il gip è diffamazione