La deposizione della giornalista al processo circondata dalla massima solidarietà

Federica Angeli: “Il clan Spada non mi fa paura”

Federica Angeli

Federica Angeli

ROMA – «Oggi sono 1736 giorni che vivo sotto scorta. Mi è stata tolta la libertà fisica ma io alle regole degli Spada non ci sto e posso dirvi che non ho paura e mi sento ugualmente libera. Per questo motivo provo una bellissima sensazione. Oggi ha vinto la libertà di essere dalla parte giusta». Lo ha detto Federica Angeli, la giornalista de la Repubblica che oggi ha testimoniato al processo per tentato duplice omicidio che vede imputati alcuni esponenti del clan Spada.
«In questi anni – ha raccontato in aula la cronista – ho ricevuto minacce dirette e indirette, insulti sui social, avvertimenti, intimidazioni. Anche mio figlio, quando aveva 8 anni, venne preso da mira da Carmine Spada che gli fece il segno della croce. Ricordo quando vennero sotto casa a brindare due imputati di questo processo che erano stati scarcerati. Vivo blindata, non posso neppure affacciarmi sul balcone di casa, da cui vidi le fasi del conflitto a fuoco della notte del 16 luglio 2013.
Mi hanno messo pure il liquido infiammabile sotto la porta. Pochi giorni fa mi è stata recapitata una busta con un proiettile. Quando denunciai quello che vidi, venni chiamata poche ore dopo dal Prefetto di Roma che mi disse che mi sarebbe stata assegnata una scorta perché in 40 anni non era mai successo che qualcuno a Ostia denunciasse Carmine e Ottavio Spada. E io un mese e mezzo prima avevo denunciato pure Armando Spada per le minacce subite durante la mia inchiesta giornalistica sugli stabilimenti balneari. La sera del tentato duplice omicidio, Carmine Spada intimò alle persone che erano affacciate alla finestra di rientrare.

Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti

Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti

Disse: “Che c… state guardando, lo spettacolo è finito. Tutti dentro!”. In quel momento ho sentito le tapparelle abbassarsi. Io sono rimasta lì – ha concluso Federica Angeli –, anche se mio marito mi diceva di rientrare. Ma io non eseguo gli ordini di uno Spada». (agi)
«Chi tenta di imbavagliare con le minacce la libera stampa sappia che si troverà di fronte tutta la categoria compatta», ha sottolineato il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, presente assieme al segretario generale Raffaele Lorusso per rivolgere “un ringraziamento speciale a chi ha voluto accendere i riflettori sulla vicenda di Federica, ma soprattutto ai tanti ragazzi e ragazze che stamattina sono venuti in tribunale a sostenerla”.

Virginia Raggi: “Roma non ha paura degli Spada”

Virginia Raggi

Virginia Raggi

ROMA – Presente anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi, nell’aula Occorsio del tribunale di piazzale Clodio per il processo, con la testimonianza della giornalista Federica Angeli, sul tentato duplice omicidio di soggetti vicini al clan Triassi da parte di esponenti del gruppo Spada.
«Sono qui – ha detto Virginia Raggi – perché le istituzioni non devono mai lasciare soli i cittadini soprattutto quando si tratta di lottare contro la mafia. Sono qui come sindaca della città per lanciare un messaggio forte e duro contro la malavita. Gli Spada sappiano che Roma non ha paura. Oggi siamo qui vicino a Federica – ha aggiunto il sindaco – che ha il coraggio di testimoniare e siamo vicini a tutti quei cittadini che sono in prima linea come Giuliana Di Pillo (presidente del Municipio di Ostia), Paolo Ferrara (capogruppo M5S nel X municipio), i carabinieri, le forze dell’ordine e i tanti cittadini onesti, gli imprenditori onesti di Ostia e del territorio”. (agi)

Calabresi: “Federica Angeli non può essere lasciata sola”

Mario Calabresi

Mario Calabresi

ROMA – “Federica Angeli non può essere lasciata sola. Quando raccontava dei fatti di Ostia sembrava quasi che enfatizzasse i fenomeni. Ora invece è chiaro dalle inchieste e dalle sentenze che a Ostia c’è un grumo di criminalità e di comportamenti omertosi che possono essere definiti mafiosi”. Lo ha detto il direttore del quotidiano “la Repubblica” Mario Calabresi, a pochi minuti dall’inizio dell’udienza del processo che vedrà la giornalista, da anni sotto scorta, testimoniare su un tentato duplice omicidio del 2013 ai danni di esponenti del clan Triassi da parte di elementi della famiglia Spada.
“A Ostia – ha aggiunto Calabresi – ora ci sono un clima e una realtà che non possono essere sottovalutati. I cittadini e i giornalisti devono essere compatti e sostenere chi, come Federica, con coraggio, ha saputo raccontare prima degli altri cosa succedeva e continua a succedere sul litorale romano”.

Bonafoni: “Combattiamo la mafia con Federica Angeli”

Marta Bonafoni

Marta Bonafoni

ROMA – “Mi sento vicina a Federica Angeli che questa mattina deporrà le sue dichiarazioni nel processo che vede imputati due esponenti del clan Spada. Federica è una giornalista libera, attenta e coraggiosa, che ha avuto la determinazione e la forza di denunciare la mafia anche e soprattutto laddove in molti hanno interesse a nasconderla, in un territorio fortemente segnato dalla violenza della criminalità organizzata”. A dichiararlo Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti presidente.
“Per questo il giornalismo ha un valore inestimabile – prosegue – perché può svelare le ipocrisie di chi dice ancora che la mafia non esiste e richiamare l’opinione pubblica a guardare in faccia la realtà e non arrendersi di fronte ai soprusi ed alle ingiustizie. Questo ha sempre fatto Federica e questo fanno molti giornalisti che saranno con lei in questa giornata faticosa. A lei e a loro va tutta la mia solidarietà e l’impegno a schierare sempre e senza indugi dalla loro parte l’istituzione e la politica”.

Astorre: “Federica Angeli ha coraggio di chi sta da parte giusta”

Bruno Astorre

Bruno Astorre

ROMA – “Il coraggio di Federica Angeli è il coraggio di chi sta dalla parte giusta: di chi, da giornalista, fa il suo lavoro senza indietreggiare di un passo, e di chi, come cittadino, non si lascia intimorire dalle mafie ma fa la sua parte per abbattere quel muro di omertà che fa proliferare nel silenzio le organizzazioni criminali”. È quanto afferma il senatore del Partito democratico, Bruno Astorre.
“La sua testimonianza al processo contro il clan Spada è a tratti agghiacciante, quando riferisce delle minacce di morte ricevute perfino ai figli. Per questo e per tutto quello che racconta quotidianamente nei suoi articoli, oggi come sempre siamo al suo fianco, certi che i riflettori su chi è in prima linea contro le mafie non si debbano spegnere mai”. (adnkronos)

 

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