PALERMO – Il giudice civile del Tribunale di Palermo ha condannato l’ex direttore del settimanale L’Espresso, Luigi Vicinanza, e i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi per aver diffamato il medico Matteo Tutino. Secondo il tribunale, con gli articoli pubblicati sul settimanale nel luglio 2015 e nei quali si attribuiva a Tutino la frase “va fatta fuori come suo padre”, riferendosi all’allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, “è stata divulgata una notizia falsa”, dalla “portata indubbiamente screditante dell’immagine e della reputazione dell’attore”.
Insomma, Zoppi e Messina, sottolineano i legali Sabrina Donato e Giuseppe Cannizzo, pubblicando l’articolo sulla presunta intercettazione di una conversazione fra l’ex presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il medico, hanno “denigrato e diffamato” Matteo Tutino.
“Il giudice – aggiungono i due avvocati – ha osservato che il risalto dato alla notizia nonostante vi fosse stata la smentita della procura di Palermo ha palesato altresì che la condotta del direttore “sia stata animata dalla coscienza e volontà di cooperare alla commissione della diffamazione”. Conseguentemente ritiene questo giudice che sussista la responsabilità di Vicinanza a titolo di concorso doloso nella commissione del fatto illecito”. (adnkronos)
Per aver “denigrato e diffamato” il medico Matteo Tutino divulgando una “notizia falsa”