TEHERAN (Iran) – Un giudice iraniano ha chiesto a Mark Zuckerberg di presentarsi in un tribunale nel sud del Paese. Il fondatore e amministratore delegato di Facebook dovrà rispondere davanti a una corte alle denunce di diversi utenti per violazione della privacy.
Secondo gli iscritti iraniani alcune tra le applicazioni del social network, come Instagram e WhatsApp – acquisita da Menlo Park pochi mesi fa per 19 miliardi di dollari – violerebbero la loro privacy. La notizia è stata riportata dall’Isna, l’agenzia di stampa semiufficiale di Teheran, la quale aggiunge che il giudice ha nel frattempo disposto il blocco delle due applicazioni.
È molto improbabile che Zuckerberg si presenti in Iran. Un altro tribunale iraniano ha imposto il blocco delle due app lo scorso fine settimana, ciò nonostante gli utenti di Teheran avranno la possibilità di usare il social network fino a mezzogiorno di quest’oggi. Facebook, più volte segnalato e bloccato nel Paese guidato dal presidente Hassan Rouhani, è sempre rimasto operativo.
Altri siti web come YouTube e Twitter sono banditi in Iran, nonostante alcuni funzionari, come il ministro degli Esteri Mohammad Zarif, usino dei profili ufficiali sugli stessi social network.
Ma l’arrivo di Rouhani fa sperare in una futura apertura e in una minore censura.
“Dovremmo vedere il web come un’opportunità. Perché siamo così instabili? Perché non ci fidiamo dei nostri ragazzi?”, ha detto il presidente all’Isna. Dichiarazioni che hanno scatenato non poche polemiche nei suoi confronti, con l’ala più estremista del Paese che lo accusa di voler contaminare la cultura iraniana con quella occidentale. (TmNews)
Lo chiede un giudice iraniano al fondatore del social, denunciato da diversi utenti