Al “Forum” di Bari e Lecce le testimonianze di Ceyda Karan e Asmae Dachan

Essere giornaliste nei luoghi caldi dei conflitti

Ceyda Karan

Ceyda Karan

Asmae Dachan

Asmae Dachan

BARI – “Questo è un momento molto duro e complicato per noi giornalisti, io stessa non so se questa sarà la mia ultima settimana di lavoro al mio giornale, il Cumhuriet Daily news. Hanno arrestato 13 giornalisti, è difficile, operare, fare ricerche, scrivere liberamente nel mio Paese e non so davvero cosa altro potrà accadere nelle prossime settimane”. È stata Ceyda Karan, giornalista turca a portare oggi a Bari la sua testimonianza al Forum of Mediterranean Women Journalist, realizzato da “rete Giulia”.
Due giornate di confronti e seminari, a Bari oggi e a Lecce domani, sul tema “che genere di notizie, che genere di guerre”, una occasione per ascoltare la voce delle donne impegnate nell’informazione dai luoghi caldi dei conflitti sociali, religiosi, politici e ambientali.
Tra gli ospiti numerose inviate italiane nei luoghi dei conflitti come Giuliana Sgrena del Manifesto, Carmela Giglio di Radio Rai, Emanuela Bonchino di Rai News 24, Francesca Gernini operatrice di ripresa Rai. Ma a dialogare con le giornaliste pugliesi e gli studenti dell’Università di Bari che ospita l’evento anche Ceyda Karan che nel suo Paese ha preso due anni e mezzo di carcere per aver pubblicato una vignetta del giornale satirico Charlie Hebdo con l’accusa di offesa ai valori religiosi, e Asmae Dachan giornalista free lance e scrittrice italo-siriana, che ha svolto un focus su conflitto in Siria.
Hanno poi dialogato con il pubblico anche alcune giornaliste italiana vittime di minacce della criminalità organizzata come Luciana Esposito, napoletana, autrice di inchieste su alcuni clan camorristi, costretta ad allontanarsi dalla città a causa delle minacce e che ha spoeto 15 denunce per violenze e violazioni riconducibili al suo lavoro.
Presente al Forum anche Beppe Giulietti, presidente delle Fnsi, che ha ricordato come la prima richiesta che arriva dai giornalisti, blogger, free lance che ancora riescono a mandare notizie dai luighi di guerra, come la Siria sia “non oscurateci questo è l’appello che ci arriva dai tanti colleghi che ancora ci mandano notizie dai luoghi dei conflitti, come la Siria, ma anche da Egitto, e Turchia. Ma oggi serve anche dire un no al linguaggio dell’odio e serve una campagna di azione diretta: dobbiamo bannare chi incita all’odio, alla bestemmia, alla violenza e al razzismo. Non c’entra nulla l’articolo 21 della Costituzione, incitare a violenza e razzismo è reato non libertà di pensiero”. (agi)

 

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