CROTONE – “Mazza e panelle fann ’e figlie belle”. Nel vecchio adagio napoletano, citato dal prefetto Vincenzo De Vivo al termine dell’incontro di ieri a Crotone, è l’antica saggezza del Vesuvio ad indicare la strada obbligata per ridare giustizia e dignità agli altri quattro lavoratori licenziati dall’emittente televisiva Esperia TV di Crotone, nata appena tre anni fa: magistratura ordinaria e tribunale del lavoro.
Il civile confronto al tavolo della Prefettura, proposto dal Sindacato Giornalisti della Calabria, assieme a Cgil, Cisl, Uil, e fatto proprio dal prefetto De Vivo, assistito dal capo di gabinetto, Eugenio Pitaro, è stato, infatti, rifiutato dall’azienda del Gruppo Marrelli che non si è presentata a Palazzo del Governo “non ritenendo che il contenzioso vada discusso in questa sede”. Anzi, nella lettera inviata al Prefetto, l’amministratore Lorenzo Marrelli, è andato ben oltre disconoscendo addirittura l’esistenza della vertenza, quasi a voler sottolineare che la cacciata dei giornalisti Angela Bentivoglio e Antonietta Marazziti, del tecnico Gianluca Basile e dell’amministrativo Paolo Polimeni rappresenti un capitolo chiuso di un fatto privato.
“È evidente – ha detto il prefetto di Crotone – che l’azienda si è sottratta al confronto, che non era altro che un tentativo di mediazione svolto nelle mie funzioni di garanzia per la composizione dei conflitti sociali. Informerò il Governo di questo comportamento. La posizione dell’azienda è legittima, ma non comprensibile”.
Sull’ipotesi che Esperia TV non si presentasse al tavolo, già nella prima mattinata di ieri, nel corso di un incontro tra tutte le organizzazioni sindacali nella sede della Cgil, erano quasi tutti pronti a scommetterci, considerata la scellerata gestione dell’azienda, soprattutto in materia di rispetto di leggi e procedure, diritto del lavoro e rispetto della loro dignità umana e professionale.
L’azienda affidata all’amministratore delegato Lorenzo Marrelli, rampollo di zio Massimo e zia Antonella Stasi, rispettivamente presidente del Gruppo e socio di maggioranza ed ex vicepresidente della Giunta Regionale, ha dunque perso l’occasione di evitare un nuovo contenzioso giudiziario, questa volta aggravato dal comportamento antisindacale.
Il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi, rammentando, infatti, il secondo ko inflitto all’azienda sull’illegittimo licenziamento di Rossana Caccavo, con tanto di condanna al pagamento di stipendi, contributi e spese legali e reintegro della giornalista sul posto di lavoro, nel ringraziare il prefetto De Vivo per il suo “tempestivo, saggio, fermo e appassionato interessamento”, ha annunciato che “l’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria è già al lavoro sia per impugnare i licenziamenti illegittimi, che per denunciare per comportamento antisindacale un’azienda che persiste in comportamenti di inaudita gravità. Comportamenti – ha aggiunto Parisi – che dovrebbero far riflettere seriamente quanti dovessero essere tentati di rimpiazzare, a vario titolo, i colleghi licenziati, prestandosi ad operazioni di sciacallaggio che saranno, naturalmente, denunciati agli organismi competenti”.
Carlo Parisi, al tavolo prefettizio assieme alle giornaliste licenziate Angela Bentivoglio e Antonella Marazziti, ai consiglieri regionali Rossana Caccavo e Raffaella Salamina ed ai delegati Rolando Belvedere e Massimo Carlozzo, ha ripercorso le tappe della vicenda, ribadendo che il licenziamento si configura come un “provvedimento chiaramente ritorsivo nei confronti delle colleghe che si sono giustamente rifiutate di firmare un accordo di cassa integrazione con riduzione dell’orario del lavoro del 50% in violazione della legge perché preteso senza l’avvio della procedura e in assenza del sindacato.
Rifiuto al quale Esperia TV ha risposto con la grottesca mail che con la quale l’amministratore delegato Marrelli intimava: “In attesa e fino a formale provvedimento di licenziamento o risoluzione consensuale, la prestazione di lavoro è sospesa con correlata sospensione della retribuzione. Il provvedimento di sospensione è con effetto immediato”. Mail seguita dalle lettere di licenziamento contenenti, tra l’altro, la motivazione dettata “dall’impossibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali (Cigs in deroga)”, falsamente attribuita all’“assenza del verbale di adesione da parte delle organizzazioni sindacali firmatarie del patto regionale”.
“Esperia TV – ha, infatti, ricordato Parisi – non ha mai inviato al Sindacato dei giornalisti, l’unico titolato a rappresentare i colleghi assunti con contratto di lavoro Fnsi-Aeranti Corallo ed iscritti al sindacato, alcun tipo di comunicazione relativa a dichiarati stati di crisi, tantomeno ha discusso, ipotizzato o concordato alcun verbale d’intesa sindacale”.
In piena sintonia con il Sindacato dei giornalisti, i sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil, che all’unisono hanno sottolineato che “l’assenza dell’azienda denota la mancanza di rispetto dei confronti delle stesse organizzazioni sindacali, dei lavoratori e anche del Prefetto”. Nel ringraziare il rappresentante territoriale del Governo “per la celerità e la disponibilità”, Cgil-Cisl-Uil hanno annunciato che, assieme alla Fnsi, si rivolgeranno “alle autorità competenti (Magistratura, Tribunale del Lavoro, ecc.) per far valere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori impattati dalla scellerata decisione aziendale di licenziare illegittimamente i quattro lavoratori”.
Di “mancanza di rispetto” ha, infatti, parlato il segretario generale regionale della Slc Cgil, Daniele Carchidi, mentre il segretario regionale Tiziana Ventura si è detta “esterrefatta dalla posizione assunta da questa azienda che diserta persino il tavolo prefettizio, evitando, di conseguenza, qualsiasi confronto con le organizzazioni sindacali e calpestando, attraverso simili atteggiamenti, non solo la professionalità bensì la stessa dignità dei dipendenti. Provvederemo – ha tagliato corto il segretario Ventura, al tavolo con la coordinatrice territoriale Chiara Mongiardo – ad utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione al fine di tutelare i lavoratori”.
Dal canto suo, il segretario generale regionale della Fistel Cisl, Francesco Canino, presente con il segretario regionale Rita Lorenzano, ha aggiunto che “la decisione di rivolgerci al Prefetto è stata dettata dall’inaudita gravità dei fatti che, in violazione dei diritti collettivi, impone al sindacato di procedere immediatamente alla denuncia dell’azienda per violazione dell’art. 28 dello Statuto dei lavoratori. È, infatti, intollerabile il licenziamento dei lavoratori ai quali si voleva imporre una cassa integrazione al 50% senza l’assistenza del sindacato”.
Sulla stessa linea il segretario regionale della Uil, Fabio Tomaino, che, sottolineando “l’occasione mancata dall’azienda per evitare di scontrarci in un’aula di tribunale per una procedura chiaramente illegittima, perché non esiste alcun verbale di diniego della Cigs”, ha denunciato che l’azienda è andata ben oltre “chiedendo ai lavoratori di fare i cecchini tra di loro”. Alla stregua di “nomination” stile Grande Fratello. Ma questo non è un reality show. (giornalistitalia.it)
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