BERLINO (Germania) – Ankara impedisce ai diplomatici tedeschi di visitare in carcere il giornalista della Welt, Deniz Yucel. Lo scrive lo Spiegel, secondo cui la Turchia continua a negare l’assistenza consolare che la Germania ha richiesto una prima volta il 27 febbraio, con una nota ufficiale rivolta al ministero degli Esteri turco.
L’arresto del reporter tedesco – che è stato accusato di “propaganda terroristica” in base ad una serie di servizi in cui, secondo Berlino, ha “semplicemente fatto il suo lavoro” – ha suscitato un’onda di grande indignazione in Germania. Lo stesso governo tedesco ha chiesto più di una volta la liberazione del giornalista, ritenendo estremamente esile il quadro accusatorio.
Inoltre, in una telefonata del 4 marzo con il cancelliere Angela Merkel, il premier di Ankara Binali Yildirim aveva promesso che i rappresentanti diplomatici di Berlino avrebbero potuto visitare Yucel nella prigione a circa 80 chilometri da Istanbul, dove è stato trasferito dopo la convalida dell’arresto, circa tre settimane fa. “Ma nonostante un’ulteriore richiesta esplicita inviata dal ministero degli Esteri e nonostante l’intervento dell’ambasciatore tedesco, da Ankara non è giunta alcuna reazione”, afferma il settimanale di Amburgo.
Il caso rischia di aggravare i già tesissimi rapporti tra i due paesi, dopo i comizi annullati di politici turchi in Germania ed il crescendo di accuse reciproche culminate con le esternazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan secondo cui nella Repubblica federale “è ancora vivo il nazismo”.
Il ministro degli Esteri di Berlino, Sigmar Gabriel, in un’intervista sempre con lo Spiegel, è a sua volta tornato sul caso Yucel affermando che “è molto deludente se non è più possibile fare affidamento sulla parola del premier turco”. Pochi giorni fa, così il capo della diplomazia tedesca, aveva avuto una conversazione telefonica con il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu, “il quale ha assicurato il suo impegno per garantire l’assistenza consulare a Yucel”. E ancora: “Finora ci siamo fidati della parola data. A questo stiamo”.
Gabriel ha ribadito di avere forti dubbi sul fatto che al giornalista venga garantito un procedimento equo: “La nostra preoccupazione riguarda soprattutto la tenuta del diritto e la indipendenza della giustizia. Se infatti la Turchia è davvero uno Stato di diritto, come afferma il signor Erdogan, allora mi chiedo come sia possibile che il presidente sappia e si permetta di dire prima di un qualsivoglia processo che Deniz Yucel è un terrorista ed uno spione”.
Anche il deputato verde Ozcan Mutlu ha cercato di visitare il corrispondente della Welt in prigione. Nessuna risposta: “Date le circostanze e le condizioni attuali della giustizia turca – ha detto Mutlu – è assolutamente necessario verificare di persona le condizioni della detenzione del giornalista”.
In teoria, spiega il settimanale, la Turchia non è tenuta, in termini di diritto internazionale, a garantire assistenza diplomatica al Yucel, avendo il reporter anche la cittadinanza turca oltre a quella tedesca: in questo caso fa premio la cosiddetta “cittadinanza effettiva”. La detenzione preventiva attualmente puo’ durare fino a cinque anni, prima che si arrivi ad una liberazione o ad un processo. (agi)