ISTANBUL (Turchia) – Sedat Ergin, il direttore di Hurriyet, uno dei giornali più diffusi in Turchia, è stato silurato da Dogan, il gruppo editoriale che controlla la testata. A riferirlo è il quotidiano Birgun, secondo il quale Ergin lascerà l’incarico giovedì prossimo.
La decisione di allontanare Ergin nasce dalle durissime critiche al quotidiano rivolte ieri dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si è scagliato contro un articolo, firmato da Hande Firat e basato su fonti militari anonime, che mette in luce presunti tensioni tra il governo e i vertici dell’esercito.In particolare nell’articolo intitolato “Il quartier generale è agitato” si sostiene che lo Stato Maggiore turco sia stato “disturbato” da alcune decisioni prese dal governo, a cominciare dal via libera al velo per le donne nell’esercito.
Parlando ai giornalisti prima di imbarcarsi per Islamabad, Erdogan ha definito l’articolo di Hurriyet “vergognoso e inutile”. Secondo il presidente “né il management del giornale né lo staff hanno il diritto di scrivere un titolo del genere”. Erdogan ha, quindi, minacciato “azioni legali”, spiegando che “non c’è alcun diritto di mettere le istituzioni dello Stato l’una contro l’altra”. (adnkronos)
FNSI: “RIBADIAMO LA SOLIDARIETA’ DEI GIORNALISTI ITALIANI”
ROMA – «Quanto sta accadendo in Turchia, dove il direttore del quotidiano Hurriyet è stato costretto a dimettersi, il corrispondente del giornale tedesco Die Welt è in stato di arresto e i colleghi americani continuano a subire restrizioni alla libertà di movimento, conferma le peggiori preoccupazioni». Lo affermano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
«Ribadiamo – proseguono – la solidarietà dei giornalisti italiani, che in più occasioni hanno già promosso manifestazioni a sostegno della libertà di informazione in Turchia, e rilanciamo la richiesta di un incontro urgente con la presidenza del Consiglio dei ministri per poter consegnare gli appelli delle associazioni internazionali dei giornalisti e per chiedere che sia assunta una posizione comune dei governi europei contro il bavaglio imposto alla stampa dal presidente Erdogan. Chiediamo inoltre alle istituzioni dell’Unione europea e ai singoli Stati di inviare proprie delegazioni in Turchia a seguire i processi ai giornalisti».
Intanto il 7 marzo, alla vigilia della Giornata internazionale della donna, la Commissione pari opportunità della Fnsi ospiterà la collega turca Ceyda Karan nell’ambito della manifestazione “Tante Quanti: giornaliste in campo per la democrazia paritaria”.
«Sarà l’occasione – concludono Lorusso e Giulietti – per esprime la vicinanza dei giornalisti italiani agli operatori dell’informazione turchi».