ROMA – La Commissione ministeriale sull’equo compenso giornalistico, presieduta dal sottosegretario Luca Lotti, ha, dunque, concluso i propri lavori approvando la delibera proposta dal Governo. Un testo che va esaminato rapportandolo anche a quanto si sta delineando nell’ipotesi di accordo contrattuale e a ciò che prevederà il decreto del governo, che la prossima settimana dovrebbe definire i criteri di attribuzione dei fondi triennali per l’editoria.
La delibera della Commissione, che si è basata sul confronto in atto tra la Fnsi e la Fieg e tra la Fnsi da una parte ed Aeranti-Corallo dall’altro, nonché tra Federazione della Stampa ed Uspi, presenta aspetti su cui pesa una resistenza durissima degli editori.
La Fnsi avrebbe voluto cifre più alte, in particolare dal punto di vista del cosiddetto “moltiplicatore”, cioè la base di pagamento degli articoli eccedenti quelli minimi previsti dalla delibera.
La Commissione equo compenso, infatti, ha varato le tabelle dei compensi minimi per le prestazioni minime. L’impegno del Sindacato dei giornalisti è di rafforzarle attraverso le previsioni contrattuali. Ora non sarà più possibile agli editori pagare 5 euro al massimo a pezzo. Ora si starà stabilmente 3 volte sopra questa soglia, e per la prima volta ci sono degli obblighi economici e sociali, cosa rifiutata dagli editori per oltre 20 anni. La novità vera e rilevante è questa, che riconosce a ogni effetto il lavoro autonomo giornalistico al quale venivano negati diritti essenziali e titoli negoziali.
Sino ad oggi il collaboratore non contrattualizzato non aveva una retribuzione minima garantita; il che ha consentito prestazioni gratuite, oppure davvero minimali con 1,5/2,5/3.00/5.00 euro, estremamente diffuse.
Da ora in avanti il collaboratore ha una retribuzione minima di 250 euro per un minimo di 12 collaborazioni mensili per i quotidiani. Altri minimi per le diverse tipologie (web, radio tv locali, periodici, agenzie di stampa).
Con l’accordo contrattuale, il Sindacato dei giornalisti conta di riuscire già nei prossimi giorni di garantirgli il diritto alla previdenza complementare, all’assicurazione contro gli infortuni, ad uno dei profili della Cassa sanitaria di categoria, la Casagit, in termini ancora da definire nella convenzione contrattuale con discussione con la Fieg.
La collaborazione coordinata e continuativa non può più mascherare i redattori abusivi. La delibera amplia a tutto il lavoro autonomo l’equo compenso. Con la delibera il lavoro autonomo giornalistico non è più regolamentato solo dal codice civile, ma da una specifica norma.
Con l’intesa contrattuale entrerà stabilmente nel contratto e discuterne non potrà più essere rifiutato dagli editori che, per decenni, avevano fin qui respinto una regolamentazione anche minima. Ogni rinnovo contrattuale ed ogni azione del Sindacato dovrà tenerne conto. La delibera della Commissione governativa dovrà pertanto essere letta, se sarà trovata un’intesa con la Fieg, con l’accordo complessivo – per questa area editoriale – sul contratto collettivo nazionale dei giornalisti.
Nuovi appuntamenti negoziali sono fissati per la prossima settimana.
Si poteva fare di più, ma quanto è stato fatto rivoluziona il settore e segna una svolta