Aperto da Rigotti nel 2008 e passato a Gorjux non è riuscito a controbilanciare la crisi

EPolis, a Bari l’ultima corsa dei free press

EPolis BariBARI – Dopo poco più di 7 anni di vita chiude il quotidiano E Polis Bari, unico sopravvissuto della catena di ben 18 quotidiani locali free press messa su nel 2004 da Nichi Grauso e ceduta nel 2007, dopo una grave crisi ed una cessazione delle pubblicazioni (il 20 luglio), all’imprenditore Alberto Rigotti, che riapre i giornali nel settembre 2007, ne apre di nuovi (fra questi E Polis Bari, nel 2008), ma porta poi il gruppo alla bancarotta.
Alla direzione unica dei quotidiani collegati si alternano negli anni Antonio Cipriani (col fratello Gianni condirettore), fino al gennaio 2008, quindi Vincenzo Cirillo. Nell’estate 2010 nuova chiusura, fallimento nel 2011 del gruppo, arresto nel 2014 per bancarotta fraudolenta di Righetti.
Si salva solo E Polis Bari, che passa nelle mani del titolare dell’industria grafica presso cui era stampato, Giacomo Gorjux, figlio dell’ex editore e direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe Gorjux e nipote del fondatore della Gazzetta stessa.
Alla direzione del giornale va Dionisio Ciccarese, ex capo redattore centrale della Gazzetta del Mezzogiorno ed ex direttore di Antenna Sud. Con una piccolissima squadra di redattori ed alcuni entusiasti collaboratori Ciccarese trasforma E Polis Bari in un signor quotidiano, attento alla cronaca ed all’approfondimento dei fatti di cronaca; un giornale che dà spesso “buchi” persino alla ben più strutturata Gazzetta del Mezzogiorno. E, soprattutto, un giornale che ragiona e che fa inchieste.
Ma la crisi morde anche la free press: scompaiono quasi tutti i quotidiani gratuiti che erano proliferati in Italia negli anni a partire dal 2000 (sbarco in Italia di Metro) fino alla metà del primo decennio del nuovo secolo. Resistono solo Metro e Leggo (pesantemente ridimensionati), mentre hanno chiuso anche gli esperimenti legati a grandi gruppi editoriali (come la Rcs ed Il Sole-24 Ore). Resiste anche E Polis Bari, che però, per la contrazione del mercato pubblicitario, deve abbandonare la gratuità: nell’ultimo anno viene venduto a 50 centesimi, prezzo concorrenziale, ma non basta.
Il 24 marzo, poco dopo aver celebrato i 7 anni di vita del giornale, anche E Polis Bari si arrende. Nell’ultimo numero pubblicato il direttore Ciccarese esprime “la sofferenza di dover gettare la spugna, di arrendersi davanti ai cambiamenti della società e del mercato, ai mutamenti radicali della distribuzione delle notizie generati dall’avvento prepotente di nuovi media, nuovi canali e nuovi strumenti che hanno (nel bene e nel male) nell’istantaneità, nell’interazione, nell’accessibilità e nell’orizzontalità delle leve potenti”.
Uno degli ormai pochissimi quotidiani meridionali, tra l’altro fuori dai grandi gruppi che possiedono per esempio Il Mattino ed il Nuovo Quotidiano di Puglia, si spegne così, nonostante il successo giornalistico che non è riuscito a controbilanciare la crisi economica. Dopo la chiusura dello storico quotidiano tarantino Corriere del Giorno (2014) e del quotidiano del pomeriggio BariSera, la voce del Mezzogiorno si fa sempre più flebile. (giornalistitalia.it)

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