VIBO VALENTIA – La definiscono “pennaiola” sui social network e finiscono in citazione diretta a processo. La giornalista insultata è Enza Dell’Acqua del Quotidiano del Sud che con i suoi articoli racconta ciò che succede nel territorio vibonese.
A ingiuriarla via Facebook sono state quattro persone tra cui il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, figlio del boss Pantaleone. “Giornalaia”, “pennaiola”, “bugiarda”, “faccia storta” e “faccia senza scornu” sono i termini usati da Mancuso e da altre tre persone, tutte residenti a Nicotera, per le quali è stata disposta la citazione diretta a giudizio con l’accusa di diffamazione. La prima udienza è fissata per il 23 ottobre davanti al giudice del tribunale monocratico di Vibo Valentia.
«Con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso – scrivono il procuratore capo Callea con il sostituto Alberti – offendevano la reputazione della parte offesa Vincenza Dell’Acqua, in sua assenza, comunicando con più persone, ed in particolare sul social network con diversi post».
«Non cerco giustizia solo per me – spiega a Giornalisti Italia Enza Dell’Acqua – ma spero che la mia vicenda sia utile per tutti i colleghi. È bene che chi offende i giornalisti attraverso i social network sappia che rischia di finire in tribunale».
«Il Sindacato Giornalisti della Calabria – sottolinea Carlo Parisi, segretario regionale e segretario generale aggiunto della Fnsi – è al fianco di Enza Dell’Acqua e di tutti i colleghi “colpevoli” di fare informazione “scomoda”. Ancora una volta, poi, i social network hanno fatto da cassa di risonanza ad insulti pesanti e inaccettabili, travalicando la loro valenza, che è quella di fare rete, non di prestarsi al linguaggio dell’odio o dell’intimidazione». (giornalistitalia.it)
Tutti di Nicotera, avevano insultato via social la giornalista del Quotidiano del Sud