ROMA – Ennesima minaccia di morte al direttore del quotidiano “la Repubblica”, Carlo Verdelli. Gli è arrivata, ieri pomeriggio, da un profilo anonimo di Twitter, appositamente creato per postare l’ennesima intimidazione al giornalista. «Ci sono, però, due elementi che – secondo la Repubblica – rendono questa minaccia più inquietante delle altre di recente ricevute. Il primo riguarda il grado di “fattura” del post. Non si tratta solo di un messaggio scritto, ma è qualcosa di più elaborato. L’account @machiavellico2 ha pubblicato un finto manifesto funebre che dà notizia della “cancellazione” di Verdelli, definito “odiatore quotidiano”. È riportata l’età del direttore di Repubblica ed appare una sua foto. “Dio abbia pietà della sua anima nonostante l’odio quotidiano”, si legge in calce al finto manifesto, in cui è indicata anche la data di morte: il 23 aprile 2020. Ed ecco il secondo elemento da non sottovalutare. Non è la prima volta, infatti, che qualcuno fissa al 23 aprile il decesso di Verdelli. Non più tardi di dieci giorni fa, infatti, con la stessa modalità dell’account creato ad hoc è stata fatta circolare su Twitter una falsa pagina Wikipedia, nella quale compariva la stessa data di morte».
Mentre la Procura di Roma ha aperto un fascicolo, delegando le indagini alla Polizia Postale e alla Digos, il viceministro dell’Interno Matteo Mauri annuncia che «questa mattina, con il ministro Luciana Lamorgese, abbiamo affrontato nuovamente il tema delle minacce contro gli operatori dell’informazione e posso affermare che, come avevamo già previsto, a breve sarà riconvocato l’Osservatorio nazionale per la sicurezza dei giornalisti, che abbiamo riattivato con l’attuale Governo».
«Le nuove vergognose minacce al direttore Verdelli – sottolinea Mauri esprimendogli solidarietà – confermano, ancora una volta, l’importanza dell’impegno che il Viminale sta mettendo in campo per individuare i responsabili e punirli come meritano. Faremo tutto quello che serve per trovare al più presto i colpevoli di queste minacce che rappresentano un attacco alla libertà di stampa, uno dei pilastri della nostra democrazia».
Sempre dal Governo, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, esprime «massima solidarietà a Verdelli, a la Repubblica e a chi, ogni giorno, lavora per garantirci un’informazione libera, pilastro della nostra democrazia», mentre il ministro delle Regioni, Francesco Boccia, ricorda che «le minacce non fermano l’informazione libera, patrimonio del Paese».
La sequela di minacce a Verdelli ha una data precisa: il 15 gennaio, ovvero lo stesso giorno in cui il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari pubblicava in prima pagina un articolo titolato: “Cancellare Salvini”. Circostanza che, secondo la Repubblica, «non pare essere un caso», in quanto nel finto manifesto funebre di oggi viene usato lo stesso termine, “cancellato”, piuttosto che “deceduto”.
Circa un mese fa, il Viminale gli ha assegnato la scorta e il Consiglio d’Europa lo ha inserito sulla piattaforma per la protezione dei giornalisti al livello 1, ovvero tra le violazioni «più gravi e dannose alla libertà di stampa».
Il Comitato di redazione de “la Repubblica”, nell’esprimere «massima vicinanza al direttore», ribadisce, ancora una volta, che «il giornale non ha paura e non si sottrarrà mai al dovere di garantire ai lettori un’informazione libera, corretta e indipendente».
Il Cdr ritiene che l’ennesima minaccia di morte al direttore Verdelli evidenzia «un’escalation di intimidazioni che hanno il chiaro obiettivo di condizionare il lavoro di Repubblica e dei suoi giornalisti».
Solidarietà a Verdelli anche dalla Fnsi, secondo la quale, però, «gli attestati di vicinanza non bastano». A giudizio del segretario Raffaele Lorusso e del presidente Giuseppe Giulietti «è necessario che il ministero dell’Interno si attivi per risalire agli esecutori e ricostruire la linea dei mandanti delle intimidazioni a Verdelli, che sono attacchi alla libertà del giornale che dirige e alla libertà di informazione nel nostro Paese. La Fnsi ha chiesto di convocare una riunione tematica dell’Osservatorio per la sicurezza dei giornalisti istituito al Viminale per mettere a punto misure per arginare le minacce ai cronisti provenienti da gruppi di ispirazione nazifascista».
Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, infine, nel rinnovare «la solidarietà al direttore di Repubblica Carlo Verdelli, oggetto di ripetute e gravi minacce», accoglie positivamente la convocazione del Comitato per la sicurezza dei giornalisti, istituita al Viminale, annunciata dal viceministro Mauri. «Credo che, a fronte del crescente fenomeno degli attacchi ai cronisti, che siano famosi o meno, serva un salto in avanti. Potrebbe essere utile – afferma Verna – inserire delle aggravanti così come rafforzare le capacità di contrasto e condanna dei reati via web». (giornalistitalia.it)