ROMA – Non c’è pace per “l’Unità”, ancora una volta strangolata dai debiti e in attesa di essere rilevata a prezzo stracciato. In un clima di esasperazione, che ha raggiunto i massimi livelli, giornalisti e poligrafici hanno tenuto una conferenza stampa a Montecitorio per chiedere al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri lo sblocco dei circa 3milioni e 250mila euro di contributi per l’editoria, stanziati e non ancora corrisposti, relativi agli anni 2012, 2013 e 2014. Argomento, questo, per il quale il presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, Cesare Damiano (Pd), e Stefano Fassina (Si) si sono impegnati a presentare a Montecitorio atti di sindacato ispettivo per sollecitare il Governo ad adempiere al pagamento “di somme già certe e stanziate”
Il Cdr de l’Unità, nel sollecitare la corresponsione dei contributi che aumenterebbero, così, le risorse a disposizione del commissario liquidatore per il pagamento delle spettanze ai lavoratori, chiede che “si vada all’asta quanto prima, senza aspettare altri tre o quattro mesi”. A tal proposito, viene quindi reiterata la richiesta all’editore “di presentare quanto prima il piano industriale, per arrivare all’asta con un giornale vivo, vivace, che si fa sentire in modo da tornare ad essere un punto di riferimento politico”.
Venerdì prossimo, 5 febbraio, il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, incontrerà il liquidatore della vecchia società editrice de “l’Unità” Giovanni Cabras per verificare “gli aspetti di un piano pre-deduzione delle spese per il pagamento dei consulenti della liquidazione che penalizzerebbe giornalisti e poligrafici rispetto ai consulenti della liquidazione stessa: su tre milioni disponibili, infatti, due se andrebbero in spese legali e consulenze”. Al commissario liquidatore i giornalisti chiedono, dunque, di “rivedere le somme in pre-deduzione”.
Il Comitato di redazione insiste, inoltre, sul rapporto con il Partito Democratico che – denunciano – “si era impegnato a lavorare per un fondo per far fronte alla situazione, un fondo non solo per l’Unità, ma per altre situazioni in cui si moltiplicano le situazioni di ricatto verso i giornalisti”.
Come e non bastasse, “quanti non sono rientrati nella nuova Unità, hanno appreso che, pur essendo in cassa integrazione, saranno licenziati senza ricevere l’indennità di mancato preavviso. “Un punto – tuona il Cdr – assolutamente inaccettabile, sul quale non saranno concessi sconti”.
“Tutto – commenta sconsolata Daniela Scano, al tavolo in rappresentanza della Fnsi – sulla carta è apparentemente legale, ma l’intera questione pone problemi etici e, soprattutto, non fa intravedere all’orizzonte luci per il futuro de l’Unità”. (giornalistitalia.it)