L’ex direttore del Tg4 rischiava di essere l’unico a finire in galera per il caso Ruby

Emilio Fede (87 anni) evita il carcere: domiciliari

Nicole Minetti ed Emilio Fede (nel riquadro)

MILANO – Rischiava di essere l’unico dei tanti coinvolti nel caso Ruby a finire in carcere a distanza di oltre otto anni da quando è esploso l’affaire delle serate a luci rosse nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore. Ieri, però, per Emilio Fede, condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per aver favorito la prostituzione di alcune ragazze spinte a partecipare alle cene nella residenza dell’ex premier, è arrivata una buona notizia. La Procura generale milanese ha sospeso l’ordine di carcerazione e l’ex direttore del Tg4 potrà così scontare i primi mesi della pena ai domiciliari, prima di poter chiedere l’affidamento in prova.
Dopo una mattinata di tensione per Fede, mentre nei corridoi del Tribunale veniva spiegato che la sospensione della carcerazione non era automatica, il sostituto pg Bianca Bellucci ha accolto un’istanza dell’avvocato Salvatore Pino che ha chiesto il differimento della pena e, dunque, ha deciso che il giornalista non dovesse andare in carcere. E ciò in attesa che la Sorveglianza col giudice Gaetano La Rocca dia di fatto il via libera alla detenzione domiciliare, misura alternativa che a Fede può essere concessa perché ha più di 70 anni (ne ha quasi 88) e il reato per cui è stato condannato non è ostativo.

Karima El Mahrough detta “Ruby”

Per lui, dunque, si apre la strada dei domiciliari, regime detentivo con cui dovrà scontare almeno alcuni mesi (ha chiesto di poter stare nella casa della moglie a Napoli), prima che la parte rimanente della pena arrivi a 4 anni, quando poi potrà chiedere l’affidamento in prova. Affidamento che, invece, Nicole Minetti, condannata anche lei in via definitiva nel “Ruby bis”, potrà chiedere già nei prossimi giorni, perché la sua pena di 2 anni e 10 mesi è stata subito sospesa. Per svolgere un’attività ai servizi sociali, però, l’ex consigliere regionale lombarda, ex showgirl ed ex igienista dentale di Berlusconi, assistita dai legali Pasquale Pantano e Paolo Righi, dovrà rimanere in Italia, mentre negli ultimi anni ha vissuto tra gli Usa ed Ibiza.
Mentre l’ex direttore del Tg4 va ripetendo di non aver mai “indotto delle ragazze a prostituirsi”, per lui in futuro potrebbe pesare anche un’altra condanna a 2 anni, per ora non definitiva, per una vicenda con al centro falsi fotomontaggi che avrebbe fatto confezionare per ricattare i vertici di Mediaset, quando venne messo alla porta dal Tg4 nel 2012. Minetti, invece, è anche stata condannata a 1 anno e 8 mesi in primo grado nel processo sulla cosiddetta “rimborsopoli” al Pirellone.
Intanto, lunedì riprenderà il processo “Ruby ter” per corruzione in atti giudiziari a carico dell’ex premier e altri 28 e il leader di Forza Italia potrebbe presentare una richiesta di legittimo impedimento per la campagna elettore per le Europee.
I pm, infine, stanno svolgendo indagini sul caso dell’ex legale di Ruby, Egidio Verzini, che ha raccontato di 5 milioni versati alla “Rubacuori” da Berlusconi attraverso una banca di Antigua e il giorno dopo, malato da tempo, è morto con la pratica del suicidio assistito in Svizzera. Accertamenti in corso anche sulla misteriosa morte di una delle testi “chiave”, Imane Fadil (ansa)

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