ROMA – Già il nome della Lista civica – “Riforma & Dignità” –, per i candidati ai Consigli nazionale e regionale del Lazio dell’Ordine dei giornalisti, è, nella sua sintesi estrema, teso a indicare come possano coniugarsi gli sforzi per modificare lo stato oggettivo delle cose (le funzioni dell’ente, il loro adeguamento alla nuova informazione) con una diversa soggettività. Questa sì, impastata di ascolto, presenza a se stessi e fierezza aggiuntiva nell’esercizio della professione tra le più belle che esistano: far conoscere, comunicare.
La squadra che guido come capolista, candidato alla presidenza dell’Ordine regionale, si presenta così al resto dei ventimila tra colleghe e colleghi del Lazio: come una Lista civica. È una scelta inedita. Un modo, dopo altri messi in campo, per far liberare energie nuove attraverso il tentativo di superare le contrapposizioni frontali che si agitano negli “stati maggiori” della categoria e rischiano di indebolirne diritti e interessi. Impegno civico, insomma, contro la guerra delle correnti, che mina l’unità, una meta ancora possibile da raggiungere.
È una lista faber, in grado di costruire vantaggi e opportunità per le colleghe e i colleghi. E una tensione nuova per il superamento delle divisioni che giovano solo a pochi. E il “giornalismo civico” sta già facendo emuli in altre regioni, dalla Toscana all’Emilia Romagna, al Piemonte. Di certo, per ora, c’è solo il tentativo di recuperare i valori dell’ascolto e della tolleranza, base insostituibile per il dialogo e non solo: per la tutela dei diritti e degli interessi dei colleghi ai quali è affidato il compito di soddisfare la domanda di informazione corretta e completa dei cittadini.
Il programma di Riforma & Dignità muove dalla necessità di finire il lavoro per la ridefinizione e la riorganizzazione dell’Ordine. Come? Con il riconoscimento delle nuove figure professionali germogliate, in questi ultimi anni, nel mercato editoriale digitale. I punti di forza degli impegni assunti dai candidati consiglieri e revisori ruotano intorno alla trasformazione dell’obbligo formativo, superandone gli aspetti vessatori del conteggio dei crediti, in una opportunità aggiuntiva; alla revisione dei criteri di accesso alla professione, con la riduzione ulteriore delle soglie di reddito richieste (per evitare che al danno finanziario causato dagli editori che corrispondono compensi risibili, si aggiunga la beffa dell’Ordine che tiene alte le barriere di ingresso soprattutto per i meno tutelati); all’adozione di “scudi”, per precari e freelance, contro le querele temerarie, sia attraverso l’adozione dell’indicatore di equità a garanzia di compensi minimi adeguati al lavoro svolto sia di una card collettiva di assicurazione sia con il patrocinio legale gratuito. Un altro sostegno alla libertà nell’esercizio dell’informazione è l’apertura di uno sportello di ascolto di colleghe e colleghi impoveriti dalla crisi del mercato editoriale.
Per la squadra di Riforma & Dignità va revisionato l’esame di Stato per l’accesso alla professione, conquistando un’aderenza di questo con i ruoli variegati in campo e la molteplicità delle mansioni svolte dal giornalista, una parola che non connota più un profilo professionale preciso, per lo più ascrivibile alla carta stampata delle grandi testate o al piccolo schermo, ma che delinea figure e status assai diversi tra loro. Allora, per esempio, non si può continuare a sottoporre alla stessa prova scritta un praticante di una grande testata della carta stampata con un cineoperatore freelance. Per ognuno vanno accertate le capacità professionali attraverso prove specifiche, attinenti cioè alla mansioni effettivamente svolte (scrittura, design de press, vignette, illustrazioni, montaggio, trattamento dei testi televisivi, etc.).
Sono solo alcuni degli obiettivi, delle idee guida che muoveranno l’azione della squadra di Riforma & Dignità nei Consigli regionale e nazionale, con alcune parole d’ordine: ascolto, collegialità e trasparenza, solidarietà, «vicini alle redazioni – abbiamo scritto nel nostro programma –, alle colleghe e ai colleghi, nella consapevolezza che l’Ordine è la casa di tutti». (giornalistitalia.it)
Carlo Picozza
(giornalista di Repubblica, candidato presidente dell’Ordine del Lazio)