IL CAIRO (Egitto) – Stato di emergenza in Egitto in vista delle manifestazioni di protesta della cosiddetta “rivoluzione dei poveri”. Il presidente Abdel Fattah Al-Sisi ha, così, reagito all’appello l’appello lanciato da una parte delle forze politiche e della società civile che invitano la popolazione a manifestare contro la sempre più difficile situazione economica. La tv satellitare al-Jazeera parla già di oltre 130 arresti, tra cui due dei tre giornalisti che erano stati fermati ieri al Cairo. Blindati e mezzi anti-sommossa presidiano le strade della capitale egiziana e forze di sicurezza sono state dislocate nelle strade, le piazze, le stazioni ferroviarie, le banche e le carceri.
Una delle stazioni ferroviarie più vicina a piazza Tahrir è stata persino chiusa, mentre si susseguono i raid nel centro del Cairo a caccia di “terroristi”.
Il Ministero degli Interni ha tenuto una serie di incontri con i parlamentari in vista delle proteste programmate scaturite dai provvedimenti del Governo adottati per rispettare i termini imposti dal Fondo monetario internazionale al fine di ottenere un prestito di 12 miliardi di dollari, già accordato dal Consiglio di amministrazione.
Il prestito, concesso sull’arco di tre anni, è il maggiore concesso dal Fmi a un paese del Medio Oriente. Il finanziamento aiuterà Il Cairo a riportare stabilità macroeconomica e a promuovere una crescita inclusiva, afferma il Fmi, sottolineando che il paese riceverà subito 2,75 miliardi di dollari. (giornalistitalia.it)
Per la “rivoluzione dei poveri” seguita alla stretta imposta per ricevere il prestito Fmi