IL CAIRO (Egitto) – Il Sindacato dei giornalisti egiziani rischia di finire sotto amministrazione controllata entro la fine del mese di giugno. Il tribunale del Cairo per le questioni urgenti, infatti, si pronuncerà sul caso entro il prossimo 30 giugno. Se i giudici dovessero propendere per l’amministrazione controllata, tutti gli asset e i diritti finanziari del sindacato saranno congelati.
Il caso è stato portato nelle aule di tribunale dal Sindacato indipendente della stampa, gruppo considerato filo-governativo. Il giornalista e deputato pro-regime Mustafa Bakry, nel frattempo, sta promuovendo un disegno di legge che potrebbe rimuovere gli attuali direttori dei principali giornali controllati dallo Stato.
Yehia Qalash, presidente del sindacato dei giornalisti, Khaled al Balshi e Gamal Abdel Rahim, membri del consiglio direttivo dell’organizzazione, sono stati arrestati il 30 maggio scorso con l’accusa di aver protetto i giornalisti “latitanti” Mahmud al Saqqa e Amr Badr, arrestati durante un blitz delle forze di polizia nell’edificio del sindacato il primo maggio.
I tre dirigenti del sindacato, che rischiano fino a tre anni di carcere, sono stati rilasciati dopo aver pagato una cauzione di 1.123 dollari ciascuno. Mahmud al Saqqa e Amr Badr sono ancora in carcere con l’accusa di affiliazione a un gruppo terroristico: reati per cui rischiano l’ergastolo e in alcuni casi perfino la pena di morte.
Secondo il sindacato, tuttavia, i due avevano solo effettuato una copertura giornalistica delle proteste del 15 e 25 aprile contro il trasferimento all’Arabia Saudita della sovranità delle isole Tiran e Sanafir. Badr, inoltre, si era occupato anche dell’omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni, torturato a morte e barbaramente ucciso in Egitto (Agi/Nova)
Vergogna continua: dopo l’arresto dei dirigenti, presto l’amministrazione controllata