IL CAIRO (Egitto) – Assemblea generale del Sindacato dei giornalisti egiziani per protestare contro l’arresto del presidente Yehia Qalash, del vice presidente Khaled al-Balshy e del segretario generale Gamal Abdul-Rahime accusati di aver divulgato notizie false nell’ambito del blitz delle forze di polizia contro la sede del sindacato lo scorso primo maggio.
Qalash, al Balshi e Abdel Rahim sono stati convocati l’altra sera per un interrogatorio con i magistrati, i quali hanno imposto una cauzione di 1.123 dollari per il loro rilascio. I tre, tuttavia, si sono rifiutati di pagare la cauzione e sono stati dunque trattenuti dalle autorità nella stazione di polizia di Qasr al Nil. “Non pagheremo la cauzione perché vogliamo che la vicenda finisca nelle mani dei giudici, in modo che facciano piena luce sulla vicenda”, ha spiegato Qalash, citato dal quotidiano indipendente egiziano “Al Masry el Youm”.
Ieri decine di giornalisti si sono radunati davanti al Sindacato dei giornalisti egiziani, nel centro del Cairo, e durante il sit-in hanno scandito slogan contro il presidente Abdel Fatah al Sisi considerato il responsabile del clima di intimidazione che ha colpito attivisti per i diritti umani e operatori dei media. Nell’operazione di polizia dello scorso primo maggio erano stati arrestati i giornalisti Mahmud al Saqqa e Amr Badr, accusati di affiliazione a un gruppo terroristico. Secondo il sindacato egiziano i due avevano solo effettuato una copertura giornalistica delle proteste del 15 e 25 aprile contro il trasferimento all’Arabia Saudita della sovranità delle isole Tiran e Sanafir. Badr, inoltre, si era occupato nelle scorse settimane anche dell’omicidio di Giulio Regeni.
Intanto, i sindacati francesi dei giornalisti (Snj, Snj-Cgt e Cfdt-giornalisti), affiliati alla Federazione internazionale Ifj, nel protestare contro l’ennesima violazione della libertà di stampa in Egitto, denunciano il caso del giornalista francese Rémy Pigaglio che, la settimana scorsa, è stato arrestato all’aeroporto del Cairo.
Rémy Pigaglio, corrispondente in Egitto del quotidiano La Croix e di Rtl, era appena rientrato dalle vacanze in Francia quando, giunto all’aeroporto del Cairo è stato tratto in arresto dalla polizia aeroportuale. La sera del 24 maggio, dopo 30 ore di prigionia nella zona aeroportuale, senza ricevere alcuna spiegazione dalle autorità egiziane, è stato costretto a lasciare il Paese. I suoi documenti erano, comunque, in ordine: aveva un visto di sei mesi ed è stato accreditato a lavorare come giornalista con il rilascio della carta stampa égyptienne. Pigaglio è autore di numerosi articoli sulle tensioni e le violazioni delle libertà in Egitto.
Da ricordare che, il 25 aprile scorso nel corso di una manifestazione, quattro giornalisti francesi sono stati trattenuti per diverse ore dalla polizia e tre di essi non hanno mai recuperato il loro telefono cellulare. Il 25 maggio scorso una dozzina di corrispondenti francesi in Egitto hanno deplorato “la crescente repressione da parte delle autorità in materia di sorveglianza dei media egiziani e stranieri, le intimidazioni, gli arresti, la repressione, l’espulsione, la detenzione, la ripetuta violazione della libertà di stampa.
Rémy Pigaglio rivendica il diritto di tornare a lavorare in Egitto, sostenuto dai sindacati dei giornalisti francesi membri della Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj), che chiedono l’abolizione del divieto, nel rispetto della libertà di stampa. (giornalistitalia.it)
Sindacato giornalisti al fianco dei vertici arrestati. Appello francese per Pigaglio