FIRENZE – È iniziata l’udienza del processo per il crac dell’ex Credito Cooperativo Fiorentino, la banca di cui è stato presidente per vent’anni l’ex coordinatore di Forza Italia, oggi senatore di Ala, Denis Verdini, il principale dei 45 imputati (43 persone e due società), di un’inchiesta, condotta dai pm Luca Turco e Giuseppina Mione, in cui, oltre alla bancarotta del Ccf, viene contestato a società editoriali, riferibili sempre a Verdini, di aver percepito indebitamente contributi dal Fondo per l’editoria istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Proprio riguardo al filone “editoria”, questa mattina parola all’avvocato Francesco Paolo Sisto, difensore dell’onorevole Massimo Parisi (presente in aula), eletto alla Camera nelle file del Popolo della Libertà nel 2013 e oggi confluito in Ala.
All’epoca dei fatti contestati, Parisi, braccio destro di Verdini, era amministratore delle società – che l’accusa ritiene “cooperative fittizie”, create per rispondere ai requisiti per l’accesso al sostegno statale – sott’accusa.
Nel periodo tra il 2005 e il 2009, queste società editoriali hanno percepito complessivamente circa 4,5 milioni all’anno. Lo Stato, parte civile in questo procedimento, ha chiesto un risarcimento di oltre 40 milioni. Per Parisi, è stata chiesta una condanna a sei anni; undici per Denis Verdini, al quale viene contestato anche il reato di associazione a delinquere relativo all’appropriazione indebita del denaro della banca poi fallita. L’arringa della difesa di Verdini è fissata per la prossima settimana. (agi)