ROMA – L’introduzione di incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari nei mezzi di informazione, approvata dal Consiglio dei ministri, è una misura che va nella direzione del sostegno alle imprese editoriali e al ruolo della stampa libera e autorevole nel sistema democratico.
Con questo provvedimento, che giunge dopo lo stanziamento di ulteriori 45 milioni per favorire i processi di ristrutturazione aziendali attraverso i pensionamenti anticipati, il Governo mantiene uno degli impegni assunti nei confronti del settore.
In tutta la partita che ha accompagnato la legge di riforma dell’editoria promossa dal ministro Luca Lotti continuano, però, a restare assenti i temi dell’occupazione, del contrasto al lavoro irregolare e della lotta al precariato. Nessun impegno in questo senso è stato mantenuto dal Governo né imposto agli editori a fronte di risorse significative sotto forma di aiuti diretti e indiretti.
È, pertanto, necessario un radicale cambio di passo affinché in un’economia in ripresa, come peraltro riconosciuto dal presidente della Fieg, i temi del lavoro, dei diritti e delle garanzie non vengano derubricati a inutili orpelli, ma diventino l’elemento caratterizzante di un confronto senza pregiudiziali finalizzato a rafforzare la qualità dell’informazione.
Si illude chi pensa che un’informazione autorevole possa prescindere dal riconoscimento di diritti e retribuzioni dignitose ai giornalisti, che negli anni della lunga recessione hanno pagato un prezzo altissimo in termini di perdita di posti di lavoro e di livelli salariali. (giornalistitalia.it)
Dal Consiglio dei ministri incentivi per la pubblicità, ma non contro il precariato