ROMA – “La proposta di legge di riforma dell’editoria va approvata in tempi brevi. C’è la necessità di chiudere velocemente i processi di ristrutturazione aziendale ancora in corso e di porre le basi per una ripresa stabile e duratura del mercato e dell’occupazione”.
Lo hanno affermato Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, nel corso dell’audizione in commissione Affari costituzionali del Senato.
“Il tempo – hanno ribadito alla Commissione – non è una variabile indipendente. Il settore, duramente provato da sette anni di recessione, ha bisogno di interventi strutturali e di norme più adeguate di quelle attualmente in vigore, che risalgono al 1981”.
Lorusso e Giulietti hanno, dunque, ribadito il giudizio sostanzialmente positivo sull’impianto della proposta.
“È necessario – hanno spiegato il segretari generale e il presidente della Fnsi – rafforzare il regime delle provvidenze pubbliche all’editoria per salvaguardare il pluralismo dell’informazione e l’occupazione. È, però, indispensabile condizionare il riconoscimento dei contributi non soltanto al rispetto degli obblighi previdenziali, ma anche alla dimostrazione da parte delle aziende di aver adempiuto regolarmente agli obblighi retributivi previsti dai contratti collettivi e dagli accordi in materia di lavoro autonomo”.
Segretario generale e presidente hanno anche precisato che, qualora il Parlamento, nella sua autonomia decisionale, dovesse prevedere emendamenti alla proposta di legge, la Fnsi auspicherebbe un intervento per definire precise norme quadro su concentrazioni editoriali, antitrust, trasparenza degli assetti proprietari e definizione del sistema integrato delle comunicazioni.
I rappresentanti del sindacato dei giornalisti hanno anche rappresentato la necessità che il Senato riprenda e concluda in fretta l’esame della proposta di legge di riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa e recepisca le linee di indirizzo contenute nella relazione della commissione Antimafia sulla tutela dei cronisti minacciati.
Lo hanno ribadito Lorusso e Giulietti (Fnsi) alla Commissione Affari costituzionali