CATANIA – Dal prossimo primo dicembre il quotidiano “La Sicilia” di Catania verrà stampato nella tipografia di Messina della Ses, la società editrice della Gazzetta del Sud e del Giornale di Sicilia. La notizia, comunicata ai lavoratori il 14 novembre, è emersa sabato scorso nel corso di un confronto in videoconferenza organizzato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia con i comitati di redazione del Giornale di Sicilia, de La Sicilia e della Gazzetta del Sud. E potrebbe aprire nuovi scenari per l’intera redazione giornalistica e tutti i collaboratori del giornale.
La decisione di stampare il quotidiano La Sicilia a Messina arriva dopo l’annunciata chiusura di Etis 2000: lo stabilimento tipografico della famiglia Ciancio, nato nel 2005 con la prospettiva di convogliare in un unico polo la stampa dei giornali cartacei nazionali (e locali) distribuiti in Sicilia. Un progetto adesso naufragato con il licenziamento collettivo di 32 su 34 poligrafici (2 amministrativi verranno riassorbiti al giornale), che negli ultimi anni sono passati dai contratti di solidarietà alla cassa integrazione e ora alla cassa Covid.
A fine mese alla Etis è programmato lo stop alla rotativa Cerutti, dove si stampa La Sicilia e fino a poco tempo fa si stampava la Repubblica (che frattanto è stata trasferita alla Sts, sempre a Catania). A dicembre, invece, verrà fermata la Regioman, la seconda rotativa che attualmente “sforna” Avvenire, Italia Oggi, Milano Finanza e La Verità. Proprio quest’ultimo giornale andrà via dalla Etis il 30 novembre. Cesserà le stampe nello stabilimento catanese anche Avvenire, malgrado un contratto in scadenza ad aprile 2021. Il motivo? Secondo indiscrezioni, Avvenire verrà confezionato nella tipografia messinese della Ses. Ma perché privarsi anzitempo di un’entrata economica sicura?
La perdita delle commesse ha caratterizzato gli ultimi cinque anni di vita del centro stampa catanese, che al top era riuscito ad ottenere la stampa di una dozzina di giornali. Il declino sarebbe iniziato con la perdita di Corriere dello Sport e Tuttosport e, a seguire, del Sole 24 Ore, del Giornale di Sicilia, de La Stampa e la Repubblica. In un clima discendente che sarebbe riduttivo spiegare solo con la politica del massimo ribasso praticata dai concorrenti, ma che andrebbe inquadrato anche nella progressiva volontà di dismissione della famiglia Ciancio. Come sostenuto a più riprese dai sindacati dei poligrafici che, fino all’ultimo, hanno provato a sollecitare investimenti mirati con progetti di riconversione tecnologica e in parte di riqualificazione professionale. Invano. E altrettanto invano hanno provato a convincere la proprietà di riportare la stampa de La Sicilia sulla rotativa Regioman (con costi meno onerosi rispetto alla Cerutti), se necessario con una modifica per adeguarla al full color.
Affidare la stampa dello storico quotidiano catanese alla tipografia della Ses, con tutte le incognite che ne conseguono anche per i giornalisti, potrebbe portare ad una perdita di “autonomia” come già accaduto al Giornale di Sicilia. Il quotidiano palermitano è stato rilevato proprio dalla Ses, che recentemente ha annunciato 17 esuberi. La storia è destinata a ripetersi pure con La Sicilia? (giornalistitalia.it)