COSENZA – «Le imprese calabresi che svolgono le loro attività nel complesso mercato della società della conoscenza hanno necessità di essere sostenute ed incentivate, pena il rischio di fallimento, attraverso le modalità già sperimentate per altri settori nel corso della pesante situazione creatasi a causa della pandemia da coronavirus». È l’appello del presidente della Sezione Cartaria, Editoria, Comunicazione e Audiovisivo di Unindustria Calabria, Demetrio Crucitti, che in una lettera inviata al presidente f.f. della Regione Calabria, Antonino Spirlì, propone che venga supportato e sostenuto l’intero universo delle imprese calabresi del comparto e della filiera, che sono parte significativa dell’economia regionale.
L’analisi di Crucitti parte dalla considerazione che, pur continuando ad operare in una situazione resa ancora più difficile da un mercato in caduta libera, con convegnistica e fiere bloccate, crollo delle richieste di consulenza da parte degli enti pubblici e delle aziende private, si è registrata allo stesso tempo una richiesta di servizi di telecomunicazione e digitali in aumento, con l’editoria e l’emittenza radiotelevisiva locale che hanno fornito in questi mesi informazioni ed assistenza qualificata ai cittadini, agli enti pubblici, alle imprese.
«Tutte le imprese calabresi del comparto – sottolinea Demetrio Crucitti – individuate tramite specifici codici Ateco, stanno svolgendo attività ad alto impatto sociale che, oggi più che mai, sono sinonimo di sviluppo, diffusione di cultura e dignità di cittadinanza. Basti pensare al mondo dell’informazione diretta e indiretta garantita dai quotidiani cartacei ed on-line, dalle radio e dal mondo televisivo, dalle agenzie di stampa e di pubbliche relazioni, dai servizi di consulenza per stampe massive in grado di raggiungere in tempi molto brevi ogni cittadino calabrese, magari per fornire informazioni ufficiali circa il piano di vaccinazione selettivo per attività, età o per territorio».
Nello specifico, Crucitti rileva che «i servizi di editoria digitale permettono di superare il digital divide ancora presente. Nelle sue più varie declinazioni, il mondo digitale rappresenta una risorsa strategica per i piccoli comuni calabresi che, pur non avendo risorse adeguate per dare vita ad un piano progettuale in linea con gli standard europei, saranno così in grado di promuovere iniziative sostenibili grazie all’utilizzo di piattaforme multimediali e cross mediali utili, ad esempio, per realizzare rappresentazioni teatrali, festival e presentazioni di libri in assoluta sicurezza, consentendo l’accessibilità anche dopo lo svolgimento degli stessi eventi. Inoltre, si potrebbe mettere a frutto il vantaggio offerto dai laboratori condivisi di progettazione, sia sociale che infrastrutturale, per mettere a punto servizi ai cittadini utili ad aumentare collegamenti e mobilità tra le varie aree della Calabria ed il Paese».
Da qui l’appello alla Regione Calabria, «il cui apporto è insostituibile per consentire alle imprese locali di poter investire sulle diverse attività produttive, materiali ed immateriali, non solo attraverso gli incentivi nazionali rinvenienti dalla fiscalità generale ma anche grazie a specifici fondi dedicati in sinergia con i programmi realizzabili con le risorse europee. Quello che serve sono avvisi e bandi regionali per nuovi interventi finanziati con risorse economiche di bilancio o con quelle messe a disposizione dall’emergenza coronavirus, che tengano conto dei codici Ateco che ben individuano le attività del comparto e della filiera».
Il presidente della sezione Cartaria, Editoria, Comunicazione e Audiovisivo di Unindustria Calabria indica, pertanto, una strada che stanno già percorrendo la Regione Emilia Romagna e la Regione Sicilia. Quest’ultima, in particolare, ha stanziato 15 milioni di euro a sostegno delle attività appartenenti al comparto industriale e produttivo fin qui rappresentato. (giornalistitalia.it)
“L’industria dell’informazione garantisce un servizio essenziale, ma rischia il collasso”