QUITO (Ecuador) – Il governo dell’Ecuador ha smentito che i due giornalisti del quotidiano ecuadoriano El Comercio, rapiti insieme al loro autista sulla frontiera con la Colombia, siano stati liberati dai loro sequestratori, come aveva invece informato la stampa colombiana.
Il ministro ecuadoriano degli Interni, Cesar Navas, ha detto che la notizia della presunta liberazione dei tre – data dal quotidiano colombiano El Tiempo – “è un atto irresponsabile” e ha aggiunto che “in questo momento siamo ancora in un processo di negoziazione” con i sequestratori.
Navas ha indicato che i tre sequestrati “stanno bene” e le autorità colombiane ed ecuadoriane stanno lavorando per “riportarli sani e salvi al nostro paese”.
L’equipe de El Comercio sarebbe stata catturata da un gruppo di dissidenti delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) che non hanno accettato l’accordo di pace con Bogotà, comandato da Walter Patricio Artizala, detto “Guacho”, attivo nella zona meridionale del dipartimento colombiano di Narino.
I tre sono stati catturati lunedì scorso nei dintorni di Mataje, una piccola località nel cantone di San Lorenzo, nella provincia ecuadoriana di Esmeralda, e sarebbero stati portati in territorio colombiano dai loro sequestratori. (ats)
I due giornalisti e il loro autista “stanno bene e siamo al lavoro”, ha detto il ministro citato dai media locali. Nella giornata di mercoledì era uscita la notizia di una imminente liberazione dei tre, indiscrezione bollata come “irresponsabilità” da Rivas che invita a controllare sempre le “versioni ufficiali” dei fatti. “Ogni passo lo facciamo con coscienza, sapendo tecnicamente cosa stiamo facendo”, ha aggiunto.
Il governo ecuadoriano mantiene estrema riservatezza sui dettagli del sequestro e sui contorni del tentativo di mediazione in atto con i sequestratori. La zona del sequestro – nei pressi della località di Mataje, non lontano dalla Colombia – è la stessa in cui la scorsa settimana tre soldati ecuadoriani sono stati uccisi al seguito di milizie non ben identificate.
I giornalisti si stavano recando sul posto per approfondire il caso, nonostante avessero ricevuto gli avvertimenti delle forze di sicurezza, ha segnalato il ministro dell’Interno ecuadoriano Navas. Pochi giorni dopo l’attentato l’esercito colombiano aveva riferito dell’uccisione di tre dissidenti delle Farc, ritenuti responsabili dell’azione. Nella serata di lunedì, la notte in Italia, un ordigno artigianale è stato fatto esplodere al passaggio di una carovana militare provocando però solo danni a un camion cisterna incaricato di portare acqua a un accampamento dell’esercito. (sda/ats/nova)
Il ministro degli Interni smentisce la liberazione dei cronisti di “El Comercio” di Quito