BIELLA – Una pubblicazione de “il Biellese”, in occasione del Natale. Il giornale bisettimanale è il leader della provincia di Biella con una vendita di 30mila copie, delle quali 10mila in abbonamento, e un indice di lettura certificato di 7 persone per copia.
L’iniziativa editoriale – “La storia in prima pagina” – ricorda anche i 135 anni di vita della testata. Si tratta di un fascicolo di 351 pagine delle quali un centinaio fotografiche. Il formato si presenta in A4, la copertina in brossura, 2mila copie di tiratura iniziale e il prezzo a 25 euro.
Il libro viene distribuito in edicola e può essere acquistato con il giornale o singolarmente. Con l’occasione è stato ottenuto uno speciale annullo postale.
L’iniziativa è stata curata dal direttore Silvano Esposito con la collaborazione di Manuela Colmelet e Niccolò Mello.
«Il libro – commenta il direttore – è diviso in tre parti: la prima illustra l’Ottocento, la seconda arriva fino alla caduta del muro di Berlino (1989) e la terza riguarda i giorni nostri».
I testi sono costruiti sugli articoli di Massimo Scanzo Bais, editorialista di spicco della redazione di cinquant’anni fa. Un giornalista che, per mestiere, insegnava chimica alle scuole superiori ma disponeva di una scrittura efficace.
«Firmava – precisa Esposito – la rubrica “Siparietto” dove si dimostrava un grande osservatore del territorio e, senza mai cadere nel volgare, commentava polemicamente gli episodi di cronaca. Per fare un paragone più moderno: “il bestiario” di Paolo Pansa o il “buongiorno” di Massimo Gramellini».
Le puntualizzazioni di Scanzio Bais, così ironiche, facevano schizzare le vendite fino a raggiungere il record di quasi 50 mila copie.
La maggior parte della sua produzione giornalistica era stata pubblicata mentre alcuni testi sono stati ritrovati nelle sue carte inedite. I curatori del libro hanno dovuto operare qualche adattamento perché troppo legati al tempo passato. Ovviamente, gli ultimi capitoli sono stati scritti ex novo.
Secondo il direttore Esposito «è una rivincita della cronaca sulla storia perchè troppo spesso si dice che le notizie dei giornali durano 24 ore, mentre vivono molto di più». (giornalistitalia.it)