ROMA – Alla faccia dello slogan renziano «fuori i partiti dalla Rai». I renziani in Commissione di Vigilanza vorrebbero decidere persino gli ospiti dei talk show, quelli col curriculum adeguato (a parere loro) e il profilo giusto (a parere loro). E per chi sgarra, si invoca l’intervento punitivo dei vertici della tv pubblica.
Dopo aver chiesto spiegazioni alla Rai per aver invitato a Ballarò, Massimo Giletti, considerato dai renziani non sufficientemente titolato per discutere di immigrazione clandestina (la Parietti invece sì?), nei confronti di Virus, il programma di Nicola Porro su Raidue, è partito un vero editto bulgaro, anzi fiorentino. La colpa è di aver ospitato Luigi Bisignani, giornalista e lobbista autore insieme a Paolo Madron di un libro che racconta i retroscena della rete di potere renziana (I potenti al tempo di Renzi, Chiarelettere).
A tuonare sono le due parlamentari Pd renzianissime, la senatrice fiorentina Laura Cantini e la deputata Lorenza Bonaccorsi, entrambe componenti della Vigilanza: «Chiederemo la convocazione del direttore di Raidue, Angelo Teodoli, per chiarire i motivi che stanno dietro all’enorme spazio dato a Virus al signor Luigi Bisignani, presentato come giornalista e scrittore dalla trasmissione sebbene sia stato radiato dall’Ordine dei Giornalisti nel 2000 per la condanna Enimont sui finanziamenti illeciti alla politica. Al signor Bisignani è stato permesso di promuovere il suo libro, nell’ambito di una discussione su temi economici, la delicata questione dei migranti e la tragica uccisione di Giovanni Lo Porto, sui quali si fatica a capire quali competenze abbia».
L’intervento indignato delle due renziane arriva come se fosse la prima apparizione di Bisignani in Rai, ma non lo è affatto. Nel giro di poche settimane, prima di parlare (per una decina di minuti in tutto) a Virus, l’«uomo che sussurra ai potenti» era stato già nell’ordine: a Ballarò, da Agorà, da Marzullo, a Linea notte e in radio a Un giorno da pecora. Tutti programmi Rai.
Perché allora proprio adesso la rivolta delle due fedelissime del premier? Bisignani, in una lettera a Dagospia, lancia qualche sospetto. «La cosa non mi meraviglia affatto visto che nel libro ci soffermiamo sulla macchina di potere del premier e sulle gesta della famiglia Bonaccorsi ben impiantata nei vari cerchi che ormai circondano Matteo Renzi. La verità è che alla sinistra, trasmissioni libere come Virus non piacciono proprio tanto che in consiglio di amministrazione Benedetta Tobagi non fa che contestarla. Certamente il Pd preferisce di più i talk show come Ballarò che ha ospitato una mia intervista la settimana scorsa. Sarebbe bello chiedere perché hanno tagliato alcune parti politicamente significative».
La piddina Bonaccorsi in effetti è la sorella di Filippo Bonaccorsi, già dirigente del settore trasporti della Provincia di Firenze quando a guidarla era Renzi, poi presidente della partecipata comunale Ataf quando sindaco era Renzi, poi assessore alla mobilità con l’attuale sindaco (renziano, of course ) Dario Nardella, fino alla chiamata a Palazzo Chigi, dove Renzi gli ha affidato il fondamentale dossier dell’edilizia scolastica (piano da un miliardo di euro).
Nel libro di Bisignani-Madron si racconta dei rapporti tra l’Ataf di Bonaccorsi e le Ferrovie dell’allora ad Moretti (poi nominato dal governo Renzi a Finmeccanica). Spigolature che non farà piacere leggere al Bonaccorsi di Palazzo Chigi, né alla Bonaccorsi della Vigilanza Rai. Che ora, insieme alla senatrice Cantini, chiede provvedimenti per Virus. Per cambiare verso. Alle scalette dei talk show. (Il Giornale)
Paolo Bracalini