PORT-AU-PRINCE (Haiti) – Orrore ad Haiti. Due giornalisti, Tayson Latigue e Frantzsen Charles, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco e i loro corpi sono stati dati alle fiamme in un quartiere degradato della capitale controllato da bande criminali.
I due facevano parte di un pool di sette giornalisti attaccati, domenica scorsa, nel quartiere Cite Soleil di Port-au-Prince mentre indagavano sull’aggravarsi delle violenze nella zona, inclusa la recente uccisione di una ragazza di 17 anni.
Dieudonne St-Cyr, dell’Associazione dei giornalisti indipendenti di Haiti, ha dichiarato alla stazione radio Métropole Haiti che i giornalisti sono caduti in un’imboscata tesa da due bande criminali in guerra. Gli altri cinque giornalisti, rimasti illesi, sono riusciti a fuggire.
L’Associazione dei giornalisti indipendenti di Haiti ha condannato quello che ha definito «un atto malvagio e odioso» e ha chiesto al governo di migliorare la crescente insicurezza del paese in mezzo a un picco di omicidi e rapimenti. Le gang sono, infatti, diventate più potenti dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moïse, avvenuto il 7 luglio 2021.
«I giornalisti stavano solo facendo il loro lavoro», ha dichiarato l’associazione sottolineando che «non hanno commesso alcun reato».
L’Associazione dei giornalisti indipendenti di Haiti ha aggiunto che gli omicidi sono «un’ulteriore prova dell’incapacità dello Stato di proteggere vite e proprietà, che non è altro che una violazione dei diritti umani».
L’Inter American Press Association con sede a Miami, che ha esortato le autorità a trovare i responsabili, ha affermato che questo è stato uno degli anni più violenti contro la stampa da quando l’organizzazione ha iniziato a tenere i registri nel 1987. Il gruppo ha osservato che i giornalisti haitiani «svolgono il loro lavoro in condizioni di estremo rischio e svantaggiati in termini di risorse e protezione».
«Profondamente scioccato» dagli omicidi il primo ministro Ariel Henry, che condannando «fermamente questo atto barbaro», ha rivolto «i più sentiti pensieri alle famiglie delle vittime e ai loro colleghi».
Nel gennaio scorso altri due giornalisti sono stati uccisi da componenti di una banda mentre erano impegnati in un servizio a Laboule, una zona travagliata a sud di Port-au-Prince.
Inoltre, i giornalisti chiedono ancora risposte sulla scomparsa, nel marzo 2018, del fotografo freelance Vladjimir Legagneur, che è stato visto l’ultima volta nella zona del Grand Ravine, uno dei distretti più poveri e pericolosi di Port-au-Prince. (giornalistitalia.it)