Manuela Iatì e Fabrizia Arcuri in cattedra per un’informazione senza sensazionalismi

Due giornaliste docenti al master di criminologia

Manuela Iatì e Fabrizia Rosetta Arcuri

CATANZARO – Nell’era dell’informazione istantanea e della crescente complessità degli eventi di cronaca, l’esperienza, la competenza e la preparazione dei giornalisti diventano sempre più importanti per garantire una narrazione dei fatti completa e corretta, senza sensazionalismi e senza distorsioni della realtà.
Quando si tratta, in particolare, di affrontare e raccontare i fenomeni criminali, è indispensabile una comprensione approfondita dei fattori che li determinano, soprattutto in una società in cui il pubblico è bombardato da “notizie” provenienti ormai da qualunque direzione, anche dai semplici utenti delle piattaforme social.
In questo scenario, dunque, una formazione costante e specializzata per i giornalisti diventa essenziale, proprio perché siano messi in grado di affrontare le questioni criminologiche con rigore e sensibilità, sia verso la Verità sostanziale dei fatti, sia verso le persone coinvolte in quei fatti.
La Calabria offre, in questo senso e in questo campo – ovvero quello della criminologia e delle scienze forensi – un’opportunità di formazione, grazie al “Master Biennale in Criminologia: analisi dei crimini violenti, prevenzione, intervento”, promosso da Formazione Promethes.

Graziella Mazza

Il Master, diretto dalla psicologa e psicoterapeuta Graziella Mazza, con la consulenza scientifica del criminologo Sergio Caruso, accreditato dal MIM, Ministero dell’Istruzione e del Merito, e riconosciuto ufficialmente dalla Regione Calabria, spicca per l’eccellenza della sua offerta formativa, sia nei percorsi di studio che nelle sue risorse umane e didattiche.
Una delle caratteristiche distintive di questa scuola biennale è, infatti, la partecipazione di docenti nazionali di alto profilo, che garantiscono un insegnamento di alta qualità, consentendo agli studenti l’acquisizione di conoscenze e competenze di livello elevato e contribuendo alla formazione di professionisti altamente qualificati e preparati ad affrontare le sfide del settore.
Il programma è rivolto a chiunque voglia approfondire i fenomeni criminali sotto ogni sfaccettatura, dal profiling degli autori del reato alle vittime, dalla manipolazione mentale a tutte le tipologie di crimini previste dall’ordinamento, dagli aspetti giudiziari e giuridici all’analisi del comportamento, dalla grafologia alla comunicazione e così via dicendo. Con l’ulteriore opportunità di ascoltare testimonianze dirette di familiari e vittime di crimini violenti, potendo così fruire di una visione umanizzata degli stessi fenomeni criminali.
Un’importante novità del Master riguarda il corpo docente, che si arricchisce della presenza di due giornaliste, Manuela Iati e Fabrizia Rosetta Arcuri.
Manuela Iati, giornalista professionista, è attualmente inviata di Farwest su Raitre, programma d’inchiesta che si occupa di cold case, grandi delitti e attualità politica, e collabora con L’Espresso. È stata inviata, per quindici anni, di Sky Tg24, dove ha seguito i principali fatti di cronaca del centro-sud Italia, e, per una stagione, di Piazzapulita su La7. Ha collaborato con La Verità, Il Fatto Quotidiano, il settimanale Corriere della Calabria e il quotidiano Calabria Ora, dimostrando una versatilità e una padronanza nell’informazione che spazia su diversi mezzi di comunicazione.

Manuela Iatì

È, inoltre, autrice di alcuni libri: tra questi “Avvelenati”, libro inchiesta sul traffico di rifiuti tossici e nucleari, scritto con Giuseppe Baldessarro, è una pietra miliare nella sua carriera, testimonianza del suo impegno nel giornalismo investigativo e nella denuncia di crimini ambientali di rilevanza nazionale e internazionale. Per la sua attività, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui il “Premio Giancarlo Siani” nel 2016 e il “Premio Nazionale Paolo Borsellino” nel 2012.
Fabrizia Rosetta Arcuri è una giornalista pubblicista e communication manager, con una vasta esperienza nel campo della Comunicazione pubblica e politica. Ha collaborato con diversi network televisivi regionali e agenzie di comunicazione, distinguendosi anche come autrice e conduttrice di format televisivi. Tra le sue opere più apprezzate figura il libro “Sangue del mio Sangue”, scritto con il criminologo Sergio Caruso e focalizzato sull’analisi della “Strage di Buonvicino” e dei Family Mass Murder. Per il suo impegno nel raccontare la realtà calabrese ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui il premio “Eccellenze calabre” e “Terra Calabra”. Ed è attualmente uno dei membri esperti della Consulta per la Legalità del Consiglio Regionale della Calabria.
Entrambe le giornaliste hanno frequentato con successo il Master nell’edizione precedente, conseguendo la specializzazione con il massimo dei voti, 110 e lode. Iatì con una tesi sui sex offender e i reparti protetti delle carceri, nei quali vengono inseriti, con un approfondito excursus nel concetto ipocrita dell’onore mafioso, continuando, dunque, ad approfondire le sue conoscenze e competenze del giornalismo investigativo, della criminalità organizzata e della legalità; Arcuri con una tesi sui Family mass murder, continuando a sviluppare le sue competenze nell’ambito dei fenomeni sociali.

Fabrizia Rosetta Arcuri

«Una formazione approfondita – commenta Fabrizia Rosetta Arcuri – consente a noi giornalisti non solo di comprendere meglio i fenomeni criminali, ma ci aiuta anche a evitare il rischio di trasformare la cronaca in spettacolo o gossip, rispettando soprattutto coloro che sono coinvolti. Questo è fondamentale per mantenere l’integrità del giornalismo e rispettare il codice etico e deontologico della professione. Un’informazione accurata e bilanciata è essenziale per contrastare la disinformazione e promuovere una comprensione più chiara e approfondita dei temi trattati».
«La partecipazione al Master – aggiunge Manuela Iatì – è stata un’esperienza bellissima, che mi ha arricchita umanamente e professionalmente. Conoscere più approfonditamente i fenomeni criminali, anche nei loro aspetti scientifici, è stato ed è utile per svolgere ancora meglio il lavoro di inviata e giornalista investigativa. Ho trovato molte analogie tra la nostra professione e quella del criminologo, e sommarle in un’unica figura ti dà strumenti in più per capire meglio i fatti e raccontarli con sempre maggiore coerenza, obiettività e completezza. Suggerisco a tanti colleghi di partecipare al Master, aperto a chi esercita questo mestiere. Si appassioneranno e troveranno tanti spunti, com’è stato per me». (giornalistitalia.it)

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