ROMA – Si allarga l’inchiesta sul dossieraggio. Politici, vip, ma anche giornalisti finiscono nel mirino della Procura di Perugia sulla presunta attività di dossieraggio portata avanti da un luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, accusato di una serie di accessi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell’antimafia con il solo scopo di reperire informazioni. Sono 15 le persone attualmente indagate: il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, tre giornalisti de “Domani” e altre persone che avrebbero sollecitato la richiesta di informazioni.
I tre giornalisti indagati, anche se non hanno ricevuto nessun avviso di garanzia, sono Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, componenti del pool inchieste del quotidiano guidato da Emiliano Fittipaldi che oggi firma un editoriale dal titolo “Un pericoloso attacco alla libertà di stampa” dove sostiene “secondo i pm guidati da Raffaele Cantone realizzare inchieste giornalistiche con l’ausilio di carte vere ottenute da fonti giudiziarie è reato: per le fughe di notizie i giornalisti di Domani rischiano ora fino a cinque anni di carcere”.
A far partire le indagini è stata un esposto presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto alla Procura di Roma a seguito di un articolo pubblicato proprio su “Domani” sui compensi ricevuti per le consulenze svolte, in passato, per la società Leonardo. La fuga di informazioni non ha riguardato solo il ministro, ma anche altri politici e i pm umbri, competenti per materia, vogliono capire se queste notizie siano state usate solo per fini giornalistici o anche per altre utilità.
«Leggo con sconcerto – afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri – le notizie riguardanti la Procura nazionale Antimafia. Non è possibile che soltanto un maresciallo della Guardia di Finanza abbia potuto scorrazzare dentro banche dati compiendo atti che sembrano assolutamente fuori da qualsiasi regola. La Procura nazionale Antimafia oltre a sfornare candidati per la sinistra dovrebbe essere un organo di estrema garanzia su un fronte delicato per la sicurezza dello Stato».
«La lotta alla criminalità organizzata – sottolinea Gasparri – è una assoluta priorità che deve vedere tutti impegnati e tante, del resto, sono le inchieste che sono state svolte con successo. Però questa vicenda getta un’ombra su questa fondamentale istituzione. Non si possono scaricare le colpe solo su un singolo, che dovrà dare comunque ampie giustificazioni del suo incredibile operato, credo che serva un’ispezione profonda su questo organismo. Ne parleremo in Parlamento perché la cosa non può finire qui. Chi deve difendere gli italiani sui fronti più delicati, quello della lotta alle mafie, deve offrire ampie garanzie di affidabilità. Quanto è avvenuto ci lascia sbigottiti. E quindi sarà opportuno intervenire chiedendo provvedimenti urgenti e immediati. Io credo che già ora bisognerebbe dar luogo a una immediata ispezione e valutare se debbano essere poi assunti provvedimenti straordinari per la guida di questo organismo che pare essere sfuggito al controllo». (agi)
Sara Dellabella