MILANO – “Forse è il caso di fare un po’ di chiarezza sulla vicenda Farina”. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Gabriele Dossena, spiega il motivo per il quale il Consiglio regionale da lui guidato ha “dovuto” riscrivere Renato Farina all’Albo.
“Un Ordine professionale – afferma Dossena – non agisce in base a opinioni personali, ma seguendo leggi e regolamenti. Proprio per questo e proprio per il tipo di personaggio in questione – sul quale ognuno di noi può esprimere il proprio giudizio, anche aspro – la decisione è stata particolarmente difficile, e in ogni caso presa dal Consiglio all’unanimità perché dal punto di vista tecnico-procedurale non c’erano altre possibilità, visto che Renato Farina, al momento della sua richiesta di riammissione all’Albo, era in possesso di tutti i requisiti formali (previsti dagli articoli 29 e 31 della legge n. 69/63) per essere effettivamente riammesso”.
Dossena sottolinea che la “radiazione” di Farina “era già stata annullata dalla Corte di Cassazione con sentenza del 27 maggio 2011. E tra l’altro non è neppure propriamente corretto parlare di radiazione poiché lo stesso Farina ha volontariamente chiesto di dimettersi dall’Albo il 2 marzo 2007, senza attendere la formale radiazione. L’Ordine ha quindi registrato le sue dimissioni il 20 marzo 2007”.
Ciò detto, il presidente dell’Odg lombardo precisa che “dopo 5 anni (art. 59 Legge n. 69/63 e art. 7 del Regolamento di disciplina) è possibile chiedere la reiscrizione all’Albo (art. 42 Legge n. 69/63) e comunque «quando sono cessate le ragioni che hanno determinato la cancellazione». Nel caso di Farina sono passati più di 7 anni. La norma citata riguarda poi la cancellazione d’ufficio, mentre non è applicabile in caso di dimissioni volontarie, come nel caso di Farina. Altro particolare: la legge non dà all’Ordine il potere di interdizione a vita dall’Albo”.
Già una volta, in precedenza (quasi due anni fa, il 16 ottobre 2012), poco dopo la scadenza dei 5 anni, Farina aveva chiesto la riammissione. “In quel caso – ricorda Dossena – fu respinta perché il personaggio in questione aveva dichiarato che riteneva di non aver violato nulla e anzi di aver svolto il ruolo contestatogli come doveroso servizio allo Stato. Di fronte a queste dichiarazioni, la riammissione fu legittimamente respinta”.
Ora l’audizione di Farina a sostegno della sua richiesta di riammissione, che si è svolta il 3 settembre scorso, è stata completamente differente. “Farina – spiega il presidente dell’Odg lombardo – ha dichiarato di aver compreso di aver violato le regole della comunità giornalistica e si è impegnato a rispettarle. A questo punto non era più possibile mantenerlo forzatamente al di fuori dell’Albo e se l’Ordine ne avesse impedito la riammissione si sarebbe esposto a una violazione di un suo diritto, con tutte le conseguenze del caso. In definitiva, i consiglieri dell’Ordine della Lombardia avevano di fronte una strada obbligata, anche per evitare un processo penale a loro carico per abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio”.
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