ROMA – Donatella Pandimiglio, che spettacolo! L’unica attrice italiana a interpretare il ruolo di Norma Desmond in “Viale del tramonto”, in “Sunset Boulevard”, musical di Weber.
Cantante e attrice, con alle spalle 45 anni di carriera, ipnotizza il pubblico per l’ineguagliabile eleganza nel donarsi e per la sua magnetica presenza scenica.
– Ma chi è Donatella Pandimiglio nella vita e quando comincia per lei la passione per il canto?
«
Sono una profonda amante dell’arte scenica, soprattutto teatrale, da sempre coinvolta fortemente dalla musica e attratta dal Canto fin da piccolissima: quando i miei genitori a 4 anni e mezzo mi portarono a teatro a vedere la Bohème. Dal giorno dopo cantavo sdraiata sul divano del nostro salone “Sono andati? Fingevo di dormire”…».
– Quale è stata la tua formazione e quali le tue esperienze musicali?
«La mia formazione è partita dalla grande voglia di sapere, capire, scoprire, ascoltando, osservando, fin da bambina, i film musicali americani e il teatro trasmesso in tv.
Abitavo in una città di provincia che non aveva riferimenti in loco, né centri di formazione. Parliamo di moltissimi anni fa. Tutto è iniziato da autodidatta con l’unico approccio allo studio del pianoforte a 5 anni».
– Ci racconti un po’ di te, della tua infanzia, della tua adolescenza, della tua vita? Com’eri da bambina? Che tipo di adolescente sei stata? Che tipo di persona sei?
«
Durante la mia infanzia si palesò chiaramente questa mia naturale propensione al canto. A 13 anni amici dei miei genitori mi considerarono talentuosa e suggerirono di farmi partecipare a dei concorsi, così mi iscrissero alla manifestazione di Teddy Reno ad Ariccia. Circa un anno dopo, mi iscrissero al I concorso canoro e, alle audizioni, i giudici rimasero talmente colpiti che arrivai in finale.
Mi proposero di fare un concerto in un piccolo teatro di Roma di fronte a produttori e discografici, ma mio padre non approvava e così persi quella prima grande occasione. Ovviamente dentro di me cresceva “un mondo”, cresceva insieme a me. Fino a che, giovane mamma di uno splendido bambino di nome Filippo, incontrai un produttore a Roma. Da lì il cammino professionale iniziò il suo corso.
Naturalmente il mio desiderio di crescita mi portò a seguire lezioni di canto, di recitazione e di danza, che feci privatamente. È stata una continua ricerca e voglia di conoscenza».
– Tu sei anche un’attrice, hai avuto la fortuna di lavorare con artisti del calibro di Gigi Proietti, Nicola Piovani, Ennio Morricone. Quali emozioni ti restituiscono la recitazione e il canto? In che modo si comunica efficacemente recitando e in che modo cantando?
«L’arte dell’attore comprende in sé le tre discipline di cui si deve avere competenza: recitazione, canto e danza. Il talento, unito allo studio, dà una preparazione completa di quest’arte, anche se inevitabilmente una delle discipline prende quasi sempre il sopravvento.
La mia attrazione più forte è sempre stata per il canto, il quale racchiude in sé due linguaggi emozionali, quello della musica e quello della parola, che devono vivere in assoluta connessione per poterne dare una giusta interpretazione. La recitazione, però, mi fa provare il respiro dell’anima, che può essere libera di vivere più vite, dissetando il desiderio di emozioni. Voglio viverle e comunicarle».
–
Quali sono i tuoi idoli e perché?
«
La mia stella di riferimento è stata, da sempre, Barbra Streisand. Lei rispecchia tutto ciò in cui credo. È straordinaria in tutte le forme d’arte scenica, ed è grande anche come regista cinematografica. La regia è un’altra mia passione, come quella dell’insegnamento, grazie al grande Gigi Proietti, che capì anche questa mia propensione. Iniziai nel 1991 proprio nella sua scuola e, da allora, il mio impegno con l’insegnamento prosegue. parallelamente alla mia carriera, da oltre 33 anni»
– Il giornalista e attore Gianni Elsner ti scoprì in “Canti di scena” e rimase folgorato dallo spettacolo di Nicola Piovani e Vincenzo Cerami…
«Sì, Gianni restò fulminato dalla mia persona, ebbe un innamoramento talmente forte che creò degli interventi radiofonici incredibili. Quando feci, qualche anno dopo, il mio primo grande recital prodotto e diretto da Proietti, a Gianni Elsner piacque così tanto la mia versione di “The music of the night”del “Fantasma dell’opera”, in duetto come la fece Barbra Streisand nell’album “Vack to Broadway”, che la fece ascoltare in radio ripetute volte.
Al punto che quando arrivò in Italia nella versione cinematografica il musical “The Phantom of the Opera” andammo insieme al cinema a vederlo e mi consegnò nel 2006 un premio per l’originalità della mia interpretazione. Ciò fu per me un riconoscimento importante».
– Gino Castaldo ti dedicò un articolo intitolato “Donatella Pandimiglio regina della voce” per lo spettacolo “Melodica” di Gigi Proietti…
«Debuttammo nel 1997 al Teatro Greco di Roma. L’interesse di Elsner fece sì che avemmo il teatro sold out tutte le sere. Proietti fu intervistato più volte e alla prima domanda che Elsner gli fece in radio (“Sei riuscito a tirar fuori dalla Pandimiglio una versatilità vocale e di stili”) rispose: “E questo non è niente. Troppo ce sta da tirà fori dalla Pandimiglio!”. Questo per me fu un messaggio prezioso e un grande riconoscimento».
– La tournée con Proietti per “I sette Re di Roma” ebbe per due anni centinaia di repliche…
«Magni sosteneva che, provenendo dalla Tuscia, e avendo un profilo molto etrusco, fossi la più romana di tutti nella compagnia de “I 7 Re di Roma”. Ricordo che, con tutte quelle repliche, Gigi Proietti si divertiva a fare un sacco di scherzi in scena, che il pubblico non doveva notare chiaramente. Ebbi l’idea di fare anche io uno scherzo a lui. Non lo avessi mai fatto! Eravamo a Napoli e, nel giorno di riposo, andai con mio marito a visitare gli scavi di Pompei. Lì, acquistai un Priapo in miniatura e lo posi in scena su un tavolino tra i due triclini di Tarquinio Prisco. Gigi nel secondo atto mi diceva: “Ocrisia, dacce da beve” e, dovendo lui prendere il calice, avrebbe visto la miniatura.
Poi io sarei andata in proscenio a fare il mio monologo e, dopo la sua battuta, sarei uscita. Lui vide la miniatura e iniziò a dire: “É pazza, è pazza! È pazza, è pazza!”. E io non potevo uscire di scena, perché non mi dava la battuta. Quando alla fine me la diede, nella fretta di non scoppiare a ridere in scena, presi in pieno la quinta».
– Ci racconti un aneddoto simpatico su Nicola Piovani?
«A causa di una laringite virale ebbi un improvviso abbassamento di voce e dovetti saltare due repliche di “Canti di scena”. Quando tornai, dopo due giorni di assenza, feci il sound check e Piovani si girò verso Cerami e gli disse: Beh, è tornato Totti!».
– Sei stata la Marlene Dietrich di Gino Landi?
«Dagli anni ’90 mi ripeteva che avrei assolutamente dovuto fare uno spettacolo su Marlene Dietrich. Nel 2016 debuttai con la regia di Marco Mattolini».
– Durante il lock down hai avuto quasi la necessità di interpretare un pezzo impegnativo di Mina: “La voce del silenzio”. Perché?
«Durante il lock down “La voce del silenzio” è diventato per me un brano con un altro significato. Volevo tornare a calcare le scene, ad avere una voce sul palco, nei teatri. Questa necessità mi ha spinto a produrre un videoclip che ha fatto il giro del mondo».
– Il luogo dove ti piacerebbe cantare in Italia e nel mondo?
«Ho avuto la fortuna di cantare in teatri molto importanti, prestigiosi: dal teatro Sistina di Roma al teatro La Fenice di Venezia; credo che il palco del Festival di Sanremo sarebbe una esperienza meravigliosa, come quella di poter calcare le scene di importanti teatri di Londra e di New York».
– È da poco uscito l’album “ContaMinando”. Riflessioni e progetti a riguardo?
«É un progetto che ho seguito con particolare passione, perché racchiude il mio incontro con la musica pop e d’autore, che più mi ha accompagnato in modo significativo nella mia vita. Interpretare il repertorio di una cantante importante come Mina è stato un viaggio speciale. Nell’album ci sono anche altre mie interpretazioni, da cui il titolo dell’album, perché amo le contaminazioni. Tutto questo si lega a un mio concerto-spettacolo che ho già realizzato a inizio 2024 e che porterò su molti palchi italiani ed esteri».
– Donatella Pandimiglio è stato un piacere incontrarti. Giornalisti Italia ti ringrazia e ti chiede di salutarci con un tuo motto.
«Grazie a voi per questa bella intervista. La voce è il vero specchio dell’anima e il palcoscenico è la mia casa ideale». (giornalistitalia.it)
Serena Maffia
Grandissima artista