REGGIO CALABRIA – Libertà, che fa rima con dignità. Che significa lavoro e cultura, prima di tutto, in una terra come la Calabria. Dove tutto è più difficile. Lo sa bene don Pino De Masi, sacerdote della Piana di Gioia Tauro, nota alle cronache non solo per i suoi tanti, meravigliosi, ulivi, referente di Libera, l’Associazione nata per contrastare le mafie e presieduta da don Luigi Ciotti.
Alla grande manifestazione organizzata dalla Federazione nazionale della stampa e dal Sindacato Giornalisti della Calabria a Reggio Calabria per celebrare la XXIV Giornata mondiale della libertà di stampa, ha voluto esserci anche lui, don De Masi, «innanzitutto come collega – ha rivelato alla numerosa platea – e poi come sacerdote che, da oltre 20 anni, porta avanti il nome di Libera. Ovvero un mondo vicino ai giornalisti, specie a quelli che ogni giorno pagano sulla pelle il prezzo della libertà».
«Un’informazione libera – ha alzato il tiro don Pino De Masi – è indispensabile per combattere la criminalità, che qui si chiama ‘ndrangheta ed è così sfacciata che non ha paura di nessuno e che, se potesse, assoggetterebbe totalmente la stampa. E allora io grido: viva la stampa libera e liberante!».
Non era l’unico sacerdote giornalista presente, ieri, a Reggio Calabria, don De Masi. C’era anche don Valerio Chiovaro, consigliere regionale del Sindacato giornalisti guidato da Carlo Parisi, amato e seguito da tantissimi giovani nella città in fondo allo stivale. E, partendo proprio da loro, dai giovani e sciorinando citazioni che solo un latinista come lui può permettersi, ha lanciato un monito dall’alto della sua colta ironia: «Guai a sonno e torpore, ma che il Signore ci liberi da una certa stampa…». (giornalistitalia.it)