ROMA – Lo sciopero proclamato per domani da Cgil e Uil è una libera espressione di organizzazioni sindacali che intendono così manifestare la propria linea sulla tutela dei diritti dei lavoratori. Come tutte le espressioni della democrazia, tanto più quando vengono dal mondo del lavoro, meritano attenzione.
Si tratta sicuramente di un’iniziativa di indubbio valore sociale da seguire e ascoltare nelle ragioni di fondo e da considerare nel confronto delle idee di cui ha bisogno sempre più un Paese in difficoltà attraversato da tante lacerazioni a causa di una crisi durissima che si abbatte soprattutto sui ceti più deboli.
La Fnsi esprime vicinanza e comprensione, avendo ben chiaro il dramma sociale della disoccupazione diffusa, del precariato e delle gravi alterazioni del mercato del lavoro che colpiscono le sicurezze e le attese di diritti di tutte le categorie, giornalisti compresi.
Uno sciopero, come altre forme di manifestazione del pensiero e della protesta democratica, è molto di più di un evento di cronaca. E per questo la Fnsi si appella ai direttori dei media e ai colleghi perché la testimonianza professionale sia puntuale e capace di far conoscere e far comprendere a tutti quali siano i problemi reali in campo, le ragioni delle voci e dei centri decisionali diversi (imprenditori, Governo, Parlamento) impegnati, anche in contrasto fra loro, sul tema.
Di fronte a scioperi come questo l’informazione è chiamata a fare la sua parte con competenza, completezza e rigore professionale. C’è sicuramente bisogno di molta più informazione sui temi del lavoro, dei cambiamenti e sulle evoluzioni e involuzioni che sta facendo il nostro diritto del lavoro.
Lo sciopero di domani di Cgil e Uil, come già altre manifestazioni articolate di altre organizzazioni, richiede uno sforzo supplementare di attenzione e rappresentazione di temi, opzioni e opinioni.
La Fnsi ritiene che certe spinte vetero-liberiste, licenziamenti facili e comportamenti non onesti di molti operatori industriali e finanziari, che da tempo hanno rinunciato a scommettere sul lavoro aggirando i principi dell’utilità sociale su cui si fonda la convivenza civile, vadano contrastati.
Per il Sindacato dei giornalisti è vivo l’interesse per tutte le battaglie a favore di riforme che abbiano al centro il lavoro e i suoi diritti. Il dialogo sociale è una risorsa, non un problema.
Il Sindacato giornalisti ai direttori e ai colleghi: “E’ un dramma sociale, seguitelo”