ROMA – È bufera in casa Finegil, dopo la decisione dell’azienda di varare l’iniziativa delle dirette destinate alle pagine Facebook dei giornali del Gruppo Espresso e della Cronaca italiana. “Abbiamo appreso – denunciano i Comitati di redazione – che il Gruppo avrebbe concluso un accordo con Facebook garantendo un minimo di venti dirette mensili della durata di almeno 10 minuti. Premesso che la redditività del web è la benvenuta, i Cdr ritengono che la novità rappresenti un argomento che doveva essere discusso preventivamente in sede sindacale, riguardando l’organizzazione del lavoro giornalistico e rappresentando un ulteriore aggravio dei carichi di lavoro già oggi a livelli insostenibili, cosa che invece non è stata fatta né a livello di gruppo né di singole testate”.
I Cdr, che lamentano di non essere stati informati dei contenuti dell’accordo, dicono di aver appreso da informazioni di stampa dell’intesa firmata a Roma insieme a la Repubblica e pongono alcune questioni: “Quale tipo di introito – chiedono – sarà garantito e con quale suddivisione all’interno del Gruppo? Riteniamo non ininfluente il fatto di sapere in quale bilancio finirà il frutto dell’ulteriore aggravio di lavoro richiestoci: Repubblica, Finegil Spa, le singole divisioni Finegil? Così come il fatto di sapere se ad un maggior numero di dirette corrisponda un maggior introito economico”.
Evidenziando di on essere a conoscenza di quante dirette siano previste dall’accordo e in che modo, in che forma e in che numero la direzione di ogni singola testata intenda chiederle, il Coordinamento dei Cdr afferma di aver “appreso che il tetto minimo di dirette verrà alzato nel tempo. Riteniamo la mancanza di informazioni da parte del Gruppo assai grave e irrispettosa di corretti rapporti sindacali. E non secondariamente evidenziamo alcuni aspetti: la qualità del prodotto giornalistico, per cui vengono richiesti video di almeno 10 minuti senza che mai ci sia stata né sia stata pensata una formazione ad hoc, come previsto dal contratto, col rischio concreto di produrre materiale giornalistico non all’altezza; la liberatoria da parte di persone ritratte in diretta, già sollevata da altre testate e oggetto di discussione sindacale; e infine la questione degli strumenti di lavoro necessari a realizzare i live. E poniamo da ultimo l’importante questione contrattuale riguardante l’articolo 14 del contratto di lavoro. Secondo la Fnsi, a cui il coordinamento dei cdr Finegil si è rivolto per un parere scritto, si configura esattamente la fattispecie prevista dall’articolo 14 del contratto che regola la cessione dei servizi ad altre aziende prevedendo una retribuzione aggiuntiva chiaramente determinata dal contratto di lavoro”.
Sulla base di queste considerazioni il coordinamento ritiene, dunque, “urgente avere un confronto con l’azienda e annuncia la sospensione temporanea delle dirette Facebook, sospensione che sarà attuata secondo modalità autonome dai diversi giornali”.
I Cdr di Agl, Città di Salerno, Il Centro, Mattino di Padova, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, Il Corriere delle Alpi, La Nuova Sardegna, Nuova Venezia, Il Piccolo, Il Tirreno hanno già iniziato ad attuare il blocco delle dirette su Facebook a partire da martedì 19 aprile. E se, in breve tempo, non arriveranno risposte concrete da parte dell’azienda gli altri Cdr “sono pronti a bloccare” tutto.
Il Coordinamento dei Cdr contesta la decisione unilaterale dell’azienda e blocca tutto