VENEZIA – L’utilizzo di una collaboratrice al di fuori delle regole contrattuali, inviata nei luoghi del terremoto per una serie di dirette Facebook, ha scatenato la reazione del Comitato di redazione dei quotidiani veneti del Gruppo Finegil (La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, Il Mattino di Padova e Il Corriere delle Alpi) che ha proclamato per oggi, lunedì 29 agosto, una giornata di sciopero. Tutti i giornalisti impegnati nella redazione del giornale cartaceo si asterranno dal lavoro e, sino alla mezzanotte di oggi, sarà bloccato l’aggiornamento dell’informazione sui quattro siti dei quotidiani e nei social. Unica deroga concessa ai redattori-web e al caposervizio dello sport per consentire di garantire, per il solo tempo necessario allo svolgimento, la diretta della presentazione dei calendari di calcio dilettanti regionali, nella sede del “Mattino di Padova”, impegno già assunto da tempo.
Il Sindacato Giornalisti del Veneto è al fianco del Cdr dei quotidiani veneti del Gruppo Finegil concordando sul fatto che la giornata di sciopero è una decisione sofferta, ma inevitabile alla luce delle gravissime violazioni contrattuali registrate nei giorni scorsi e già denunciate dal Cdr con una nota di sabato scorso.
“Con l’assenso e il coordinamento della direzione, – denunciano Cdr e Assostampa – la collaboratrice Alice Ferretti – priva di qualsiasi tutela contrattuale (è infatti assunta part time a Mestre, dal lunedì al mercoledì, ma non potrebbe entrare in produzione a nessun titolo negli altri giorni della settimana, e a precisa richiesta se avesse potuto collaborare negli altri giorni è stato risposto un perentorio no) – tra venerdì e sabato è stata impiegata in una serie di dirette Facebook, andate in onda con gli account della Nuova Venezia, dai luoghi colpiti dal terremoto. Dirette che sono state rilanciate dagli account degli altri giornali e pubblicizzate dal condirettore sul suo account personale”.
Per il Cdr si tratta di “una forma palese di lavoro nero oltre che di una clamorosa violazione degli accordi presi a giugno a Roma con il Gruppo, secondo i quali nessun collaboratore può utilizzare gli account Facebook dei giornali”. Si fa notare, inoltre, che “la collaboratrice si è mossa in luoghi pericolosi senza nessuna copertura assicurativa e senza nessuna forma di tutela e che per lo svolgimento dei servizi ha impiegato mezzi propri. In violazione del contratto che limita la sua produzione a tre giorni, ha inoltre confezionato i servizi usciti ieri sui nostri giornali cartacei”.
Nell’evidenziare le “gravissime anomalie di questa vicenda”, il Cdr vuole sottolineare inoltre alcuni aspetti emersi a margine della stessa: “Nonostante gli impegni presi ormai tre mesi fa, l’Azienda continua a non fornire alle redazioni gli strumenti per lo svolgimento dei servizi richiesti sul web. Una volta di più si deve prendere atto di come la Direzione abbia a cuore sempre e soprattutto il volume di traffico web e tutta l’attività che può moltiplicare i contatti internet con i nostri giornali, mentre analoga attenzione non è ancora stata dedicata alla qualità del prodotto cartaceo che – è bene ricordarlo ancora – è l’unico che produce ricavi. L’episodio dei giorni scorsi è solo l’ultimo di una stagione travagliata e contrassegnata dall’uscita di inserti non annunciati o modificati in corsa, da una foliazione spesso imbarazzante e dall’attesa, per ora vana, di una svolta che i nostri giornali attendono da anni”. (giornalistitalia.it)
Fnsi al fianco dei colleghi veneti del Gruppo Finegil
ROMA – “Pieno sostegno ai colleghi dei quotidiani veneti del gruppo Finegil, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, Il Mattino di Padova e Il Corriere delle Alpi, che hanno deciso di scioperare contro una palese violazione del contratto” viene espresso dalla Federazione Nazionale della Stampa.
“La necessità di assicurare la copertura di eventi, anche in situazioni di emergenza, non può in alcun modo – sottolinea la Fnsi – giustificare l’utilizzo irregolare di collaboratori e precari. Questi episodi, sempre più frequenti, devono spingere aziende e direttori a prendere in seria considerazione il problema del rafforzamento degli organici attraverso il regolare inquadramento dei giornalisti, senza pericolose e dannose scorciatoie come quelle dell’abuso di lavoro irregolare e dello sfruttamento di giornalisti precari”.