SANT’ELPIDIO A MARE (Fermo) – Diego Della Valle, detentore del 7,325% di Rcs, rompe il silenzio sulle trattative per una nuova conduzione sul gruppo editoriale che edita il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport oltre a diversi settimanali tra i quali Oggi e Amica. A margine dell’assemblea della sua azienda di moda, pelletteria e calzature Tod’s a Sant’Elpidio a Mare, nelle Marche, ha detto come la vede.
Un discorso articolato: “Noi siamo compratori e non venditori di azioni Rcs. Le azioni non le devo vendere, anzi probabilmente le dovrò comprare. Comunque ritroverete sempre noi azionisti Rcs su qualsiasi tipo di programma o progetto purché ci sia l’intento di avere una casa editrice libera e che finalmente produca dei risultati economici. Di fronte ad una prospettiva come questa siamo prontissimi anche a crescere per tutto quello che serve”.
Della Valle sottolinea due punti. Il primo: “Noi siamo compratori e non venditori di azioni Rizzoli”. Il secondo: “Umberto Cairo è un amico, ha fatto bene a provarci, è il suo mestiere, quindi non la considero un’operazione ostile. Noi siamo compratori e partner, se così vogliamo dire, di persone che condividono il mio obiettivo di avere un gruppo editoriale indipendente, e sottolineo indipendente, con un Consiglio che si occupi di ridare valore alle azioni e all’investimento che, nel nostro caso, credo sia il più cospicuo di tutti gli azionisti rimasti. A me interessa veder lavorare questo Consiglio che è stato eletto da tutti noi, e sottolineo tutti: hanno presentato un piano che sembra un buon piano, realizzabile. Vedo che i primi risultati sono buoni, quindi mi sento di continuare a credere e appoggiare il lavoro che stanno facendo e mi augurerei, per fine anno, di vedere realizzato quello che l’amministratore delegato ha proposto, che è un buon piano che darebbe sicuramente sicuramente un buon valore all’azienda”.
Quindi, Diego Della Valle sottolinea: “Gli altri discorsi li reputo un po’ folcloristici: chi fa cosa e chi sta con chi… Urbano Cairo fa l’editore di mestiere, si mette in discussione, investe una parte del suo capitale e se ritiene che sia giusto tentare questa operazione ha tutta la mia comprensione. Ovviamente le operazioni possono essere tentante e poi devono riuscire, e mi pare di aver capito che il valore dell’operazione non sia congruo. Ma a me non interessa perché le azioni non le devo vendere ma probabilmente le dovrò comprare”.
Intanto, “vediamo cosa succede, i mesi davanti sono lunghi, ognuno ha il diritto di esaminare la questione dal proprio punto di vista, ma toglierei il problema dei due blocchi: per quanto mi riguarda non sto con nessun blocco. Ci sono dei compagni di percorso con cui l’anno scorso abbiamo fatto un patto di qualche giorno per eleggere il Consiglio e per dare stabilità alla Rcs, che non ne aveva. A questo punto starei a vedere se quel piano porta dei risultati o meno. Noi continuiamo ad essere indipendenti da tutto e da tutti con un obiettivo che è sempre quello che qualche volta mi ha visto in forte contrasto con altri soci, ma non tutti: quello di dire che abbiamo bisogno di una stampa libera in Italia e di una casa editrice che funzioni; perché per essere liberi bisogna essere indipendenti.
Nella nomina dell’ultimo Cda ho insistito perché Cairo partecipasse con un suo uomo, perché come editore può portare buone cose. Ora, dopo il lancio dell’offerta di scambio di Cairo su Rcs, l’esito futuro lo vedremo, saranno i mercati a dirlo. Comunque, ritroverete sempre noi azionisti Rizzoli su qualsiasi tipo di programma o progetto purché ci sia l’intento di avere una casa editrice libera e che finalmente produca dei risultati economici. Di
fronte ad una prospettiva come questa siamo prontissimi anche a crescere per tutto quello che serve”.
Sull’ipotesi di una fusione con il Sole 24 Ore, Della Valle non commenta e puntualizza: “La prima cosa che dico su Rcs è questa, quello che ho detto oggi: tutto quello che non corrisponde a quello che ho detto è fantasia”.
Anche da Pirelli&C (che detiene il 4,43% di Rcs) arriva un parere all’Offerta pubblica scambio di Cairo. Marco Tronchetti Provera ha dichiara che “il prezzo e la struttura dell’operazione si possono e si debbono migliorare: sta agli offerenti decidere”.
Non ritengono congruo il prezzo dell’Ops anche i soci Mediobanca e UnipolSai, mentre Fca ha deciso di liberare il suo 16,7% offrendolo ai suoi azionisti. Intanto si avvicina la scadenza per il deposito dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Cairo (28 aprile) che, secondo quanto riporta il quotidiano Il Messaggero, avrebbe iniziato a incontrare le banche creditrici di Rcs spiegando che dopo un anno (2017) di terapia ricostituente, dal 2018 ci sarebbe il rilancio del gruppo editoriale con un forte balzo dell’ebitda. Nei programmi, aggiunge il quotidiano romano, non ci sarebbero ricadute occupazionali marcate. Domani è in programma la riunione del Cda di Rcs che esaminerà i risultati preliminari del primo trimestre, mentre per il 28 aprile ci sarà l’assemblea degli azionisti da cui ci si attende l’aggiornamento delle partecipazioni in capo ai numerosi soci.
Dalle Marche il patron di Tod’s rompe il silenzio sull’Ops lanciata da Urbano Cairo