OVIEDO (Asturie-Spagna) – Lorenzo Del Boca e Angelo Moia, impegnati nella nuova “avventura” che li porterà sino a Finis Terrae, si lasciano alle spalle la Cantabria e si affacciano in Asturia.
“Il confine tra le due province – ci ricorda Del Boca, con la precisione dello storico e la voglia di raccontare del giornalista, – è segnato dal fiume Deva. Il ponte che lo attraversa è stato costruito in cooperativa. Per metà e Cantabro e per metà è Asturiano”.
I pellegrini hanno percorso poco più di 400 chilometri che rappresentano la metà (scarsa) del loro cammino.
La regione che sta alle loro spalle è la più piccola della Spagna. Per superficie e per abitanti non arriva ad eguagliare la nostra Liguria. Eppure – guarda dove può arrivare il campanilismo – la Cantabria viene presentata come “la terra infinita”.
“In realtà, esagerazione a parte, – prosegue Del Boca – mette in mostra panorami e scorci assolutamente straordinari. A cominciare dalle ‘Piedras Blancas’ che sarebbero la versione iberica delle ‘White Cliff’ di Dover: scogliere a strapiombo che l’oceano schiaffeggia, senza interruzione. I dislivelli dei primi dieci giorni si sono addolciti. Le tappe propongono meno alti e bassi ma le distanze si allungano. Prima 20 chilometri erano tanto; adesso occorre percorrerne almeno 30. Le sette camicie si bagnano comunque”.
L’esperienza più originale? I quattro chilometri della spiaggia, tra Laredo e Santona, che Lorenzo e Angelo hanno percorso a piedi nudi a cavallo della battigia.
I pellegrini “con gli scarponi in mano, l’ingombrante zaino in spalla – raccontano – e i pantaloni rimboccati sopra al ginocchio, in mezzo a frotte di villeggianti in costume da bagno, impegnati chi a prendere il sole, chi a tuffarsi in acqua e chi a tentare una scivolata sul surf”.