ROSSANO (Cosenza) – Quando uno viene riconosciuto come un maestro non ha assolutamente la necessità di farsi appellare come tale. Questo è in estrema sintesi Lorenzo Del Boca, storico, saggista e, soprattutto giornalista. Lorenzo Del Boca è un maestro di giornalismo e lo dimostra con la sua stessa carriera, che è sempre andata di pari passo con l’interesse per la storia del giornalismo. Quello con la lettera maiuscola. Una storia di cui fa parte a pieno titolo, avendo ricoperto il ruolo di presidente dell’Ordine dei giornalisti per tre mandati consecutivi e per essere stato anche presidente della Federazione nazionale della stampa italiana dal 1996 al 2001.
Del Boca ha, poi, un forte legame con la Calabria, ma non è un “colonizzatore” che scende a Sud per impartire lezioni. Sceglie di tornare in questa regione perché lo legano forti rapporti personali e professionali. È lui stesso a dirlo quando racconta, nella manifestazione organizzata dal Sindacato Giornalisti della Calabria, dall’Ordine regionale dei giornalisti in collaborazione con il Circolo della stampa “Pollino-Sibaritide” – guidato da Cosimo Bruno – e con il patrocinio della testata Giornalistitalia.it, dell’amico scomparso Pier Emilio Acri.
«Venivo spesso a parlare con Pier Emilio – ripercorre i ricordi Del Boca – di giornalismo e di storia. Era un amico, ne ho molti qui in Calabria».
Il premio intitolato ad Acri, alla sua prima edizione, viene assegnato proprio al presidente emerito dell’Ordine nella cerimonia, moderata da Anna Russo, consigliere nazionale della Fnsi e amica di Pier Emilio, organizzata nella Sala Rossa di Palazzo San Bernardino a Rossano e seguita, nello stesso luogo, da una lezione di Del Boca sul giornalismo nel terzo millennio.
A precederla, l’intervento del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, e quello del segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi. Proprio Parisi, replicando ai saluti del sindaco di Rossano, Stefano Mascaro, ha voluto ribadire al primo cittadino bizantino “le giuste distanze fra la politica e il giornalismo dove il secondo è a guardia dell’azione della prima. Parisi ha, inoltre, come le amministrazioni pubbliche debbano “applicare la legge 150 del 2000 sugli uffici stampa e stare lontano da bandi cuciti ad hoc per singoli o società, specie se non di natura prettamente giornalistica”.
Del Boca ha, invece, spiegato alla platea, composta non solo da giornalisti, l’esperimento effettuato dall’Università di Berkeley in California dove hanno realizzato un telegiornale condotto senza esseri umani, ma realizzato con una figura virtuale.
«Non finisce il giornalismo – dice il presidente – perché ci sarà sempre un essere umano a scegliere le notizie. Sicuramente, però, bisognerà capire che uso ne faranno gli editori». Cita, Del Boca, gli scritti e le teorie di Meyer, così come avvenimenti storici cari al mondo del giornalismo. Resta ad ascoltare con interesse tutte le domande che gli vengono poste e per ognuna ha una risposta. Si pone da pari pur avendo un sapere che lo distingue da molti. In fondo, non è questo quello che fa un maestro? Uno di quelli che non ha bisogno di questo appellativo. (giornalistitalia.it)
Francesco Cangemi