ROMA – Valanga di emendamenti da parte dell’opposizione sul disegno di legge della Rai che domani approda in aula al Senato. Secondo le prime indicazioni, alla scadenza delle 13, la Lega Nord ne ha presentati 800, il Movimento 5 Stelle 635, Forza Italia 101, Sel 45. (Ansa)
La Lega annuncia battaglia, tutti iscritti a parlare
Lega Nord pronta a dare battaglia sul disegno di legge sulla Rai. I senatori del Carroccio, che hanno presentato 800 emendamenti al testo, sono tutti iscritti a parlare per rallentare l’iter del provvedimento che domani approda in aula al Senato.
“Su indicazione di Salvini – fa sapere Jonny Crosio, capogruppo del partito in Commissione Telecomunicazioni -, tutti i colleghi hanno sottoscritto gli emendamenti, a mia prima firma, e si sono iscritti a parlare durante la discussione generale. E tutti sanno quanto siano abili a far il proprio lavoro in aula. I tempi non sono contingentati e avremo modo di far valere le nostre istanze sulla riforma”.
“Quando Renzi dichiarò che voleva togliere i partiti dalla Rai – dice ancora all’Ansa il senatore leghista -, lo stesso Salvini si era detto pronto a collaborare, come abbiamo fatto sulla riforma del codice degli appalti. Ci hanno mandato un testo che toglie i partiti e fa entrare Renzi, e non c’è stato verso di farlo ragionare. Partendo dal disegno di legge a mia prima firma, in cui la governance della Rai è ben altra cosa, vogliamo tenere la posizione e tentare di modificare un testo che si spinge ancor più in là della legge Gasparri. Per noi si perde l’occasione di fare una Rai moderna e proiettata al futuro”. (Ansa))
M5S: “Il governo cambi rotta o sarà battaglia”
“Questo è l’ultimo treno per il governo, può cambiare rotta ma lo faccia adesso, altrimenti sarà battaglia”. Così il gruppo di senatori del M5s che rinnovano la richiesta al governo di aprire agli emendamenti proposti dal Movimento.
“Renzi e la maggioranza dichiarano di volere una Rai indipendente dai partiti ed efficiente. Se è davvero così, allora accettino le proposte del M5S che introducono requisiti chiari per i candidati al Cda e per il futuro amministratore delegato e regole stringenti per le procedure pubbliche di selezione e per la trasparenza. La presunta apertura al dialogo da parte del governo in Commissione è stata piuttosto striminzita e non ci soddisfa. Per questo – avverte ilM5s – in Aula, pur rinunciando ad un ostruzionismo becero, ci batteremo con forza per far approvare le nostre proposte che nel governo e nel Pd in molti condividono seppure ufficiosamente”. (Ansa)