ROMA – È stato 17 anni in carcere Dawit Isaak, giornalista eritreo-svedese, di cui Reporter Senza Frontiere, ha presentato il libro, “Hope”, ad Accra, in Ghana, in occasione delle celebrazioni per la 25ª Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa.
A parlare di questo rappresentante della stampa, simbolo della sofferenza inflitta ai giornalisti che tentano di fare il loro lavoro in paesi soggetti a dittature come l’Eritrea, è stato Aaron Berhane. Suo amico e collega è fondatore dell’ormai bandito quotidiano eritreo ‘Setit’.
“Isaak era un brav’uomo, un giornalista attento e umile che andava nei villaggi a far parlare la gente dei loro problemi, l’accesso all’acqua, all’educazione, al cibo, fino a che ha dato troppo fastidio e insieme ad altri 11 giornalisti è stato incarcerato”, ha ricordato Berhane alla conferenza stampa di lancio degli scritti di Isaak “Hope”, pubblicati in francese ed inglese.
Dodici anni di silenzio
Dawit è stato incarcerato in occasione di una violenta stretta sulla stampa del governo di Isaias Afewerki, presidente-padrone del paese dal 1993, avvenuta nel 2001 in Eritrea.
“Per circa 12 anni non si sono più avute notizie di Isaak – ha spiegato alla stampa riunita ad Accra, Bjorn Tunback, membro di Rsf e iniziatore del progetto del libro che raccoglie gli scritti di Dawit – che non ha più potuto incontrare un avvocato o alcun membro della sua famiglia solo per aver fatto il suo lavoro di giornalista”.
Dawit Isaak e gli altri 11 giornalisti arrestati con lui nel 2001 sono stati giudicati dal governo di Afewerki come “terroristi”. Isaac, malgrado questo, ha vinto diversi premi come il Guillermo Cano dell’Unesco per la libertà di stampa nel 2017.
“Reporter Senza Frontiere per gli ultimi 17 anni è stata costantemente impegnata in campagne e petizioni per ottenere il rilascio di Dawit e dei suoi colleghi e il lancio del suo libro “Hope”, nel giorno in cui si celebra nel mondo la libertà di stampa, assume un significato particolarmente forte”, è stato il commento di Arnaud Froger, capo del Desk Africa di Reporter Senza Frontiere, presente ad Accra per lanciare il libro del collega eritreo.
Nessuna libertà di stampa in Eritrea
In Eritrea la stampa non è libera, lo ricorda Reporter Senza Frontiere e i pochi Internet Cafè presenti vengono monitorati e le ricerche on line controllate. Isaias Afewerki fu eletto presidente dell’Eritrea indipendente dall’assemblea nazionale nel 1993. Era stato il leader de facto prima dell’indipendenza.
L’Eritrea è oggi uno Stato a partito unico, con il Partito popolare per la democrazia e la giustizia unico ente autorizzato a operare. Afewerki è stato criticato per non aver attuato le riforme democratiche e per questo il suo governo ha bloccato i suoi critici e ha chiuso la stampa privata. (agi)