L’inviato de La 7 aggredito da un esercente al quale aveva osato rivolgere domande

Danilo Lupo minacciato e picchiato a Taranto

Danilo Lupo

TARANTO – L’ennesima aggressione ai danni di un giornalista che si azzardava semplicemente a fare il proprio lavoro, ovvero rivolgere domande. È accaduto a Taranto, dove il collega Danilo Lupo – inviato dal programma di La7 “In Onda” per approfondire un’inchiesta su una presunta truffa ai danni del Comune – si è ritrovato inseguito e picchiato da un esercente che avrebbe dichiarato fittiziamente di avere alle proprie dipendenze una ex consigliere comunale, anche lei indagata, la quale così riusciva ad ottenere diarie e rimborsi dal Municipio.
Le immagini – che saranno trasmesse questa sera nel corso della trasmissione – raccontano, inequivocabilmente, quanto accaduto: Lupo – che il 20 aprile scorso era stato preso a schiaffi dall’ex ministro Mario Landolfi, poi scusatosi a parole e a fatti – porge il microfono e in cambio si becca esplicite minacce di morte prima, e tentativi di aggressione poi nella strada antistante il bar nel quale si è azzardato a fare quello che il diritto di cronaca prevede: rivolgere domande.
Nel denunciare l’episodio, Federazione nazionale della Stampa e Assostampa Puglia si chiedono: fino a quando dovrà continuare questo quotidiano tentativo da parte di tanti cittadini (e finanche di alcuni esponenti delle istituzioni) di ricorrere alle mani, alle minacce o ai bastoni per respingere il sacrosanto diritto di tutti di essere informati su ciò che accade e il sacrosanto diritto dei giornalisti di informarli?
Fnsi e Assostampa ringraziano, inoltre, la Procura di Taranto, che ha avviato un’inchiesta sul caso, e le forze dell’ordine, che hanno raccolto immediatamente la denuncia di Danilo Lupo, “al quale va tutta la solidarietà e il sostegno del sindacato”. «Ancora una volta – incalza il sindacato dei giornalisti – la prova che la “scorta mediatica”, lanciata dalla Fnsi a favore di tutti i colleghi minacciati fino alla costituzione di parte civile nei processi a carico di chi li minaccia, sia indispensabile per ripristinare le regole fondamentali della democrazia e del diritto». (giornalistitalia.it)

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