MILANO – L’indagine che ha portato all’emissione di 59 ordinanze cautelati in carcere (58 delle quali già eseguite) e che ha permesso di smantellare un clan di stampo ’ndranghetista a Milano e nel Milanese, nasce curiosamente proprio a Sedriano (Milano), primo comune lombardo sciolto per infiltrazioni mafiose.
A denunciare pubblicamente quell’episodio era stata Ester Castano, giovane giornalista freelance nota per la sua attività d’inchiesta per un periodico locale dell’Alto Milanese e per le querele avviate contro di lei dal sindaco di Sedriano.
Tra gli episodi allora usciti sulle cronache locali c’era appunto quello di un grave gesto intimidatorio, sei colpi sparati contro un’auto posteggiata, avvenuto il 5 aprile 2012, che in realtà – è poi emerso dalle indagini della Dda – nascondeva un’azione mafiosa per un recupero crediti nei confronti di tale Massimiliano Cecchin, che in un secondo momento aveva denunciato tutto.
“Le dichiarazioni dell’uomo – si legge nel dispositivo giudiziario – sin dal principio riscontrate, consentono di indagare ambiti operativi molto più vasti…”.
I due autori dell’attentato intimidatorio, due fratelli, sono stati arrestati: secondo le accuse avrebbero preteso il rientro di 150 mila euro che avevano elargito per avviare un’attività di importazione di auto che non era andata in porto, un’attività che, ovviamente, gravitava nell’orbita del sodalizio criminale egemone nella cittadina. (Ansa).
Condotta dalla giornalista freelance nel Comune di Sedriano poi sciolto per mafia