GENOVA – La procura di Genova ha chiesto la condanna a un anno e quattro mesi per ciascuno dei quattro poliziotti che il 23 maggio 2019 picchiarono il giornalista del quotidiano la Repubblica, Stefano Origone: avvenne durante degli scontri di piazza. Gli agenti dissero di averlo scambiato per un manifestante. Il cronista, che stava seguendo gli scontri tra agenti e antifascisti che protestavano contro il raduno di simpatizzanti di Casapound, aveva riportato la frattura di due dita di una mano mentre parava i colpi di manganello.
L’udienza del processo con rito abbreviato è stata rinviata al prossimo 20 gennaio e la sentenza potrebbe arrivare il 10 febbraio. Secondo il pubblico ministero c’è stato concorso tra le parti nel corso dell’azione.
Nel corso dell’udienza sono stati proiettati i filmati degli scontri e poi dell’aggressione. Uno dei legali degli agenti, l’avvocato Paolo Costa, ha sostenuto, rifacendosi all’informativa della squadra mobile, che Origone era troppo vicino ai fatti e poteva essere scambiato per un manifestante.
«Mi sembra incredibile che vengano a fare le pulci su come un giornalista debba fare il suo mestiere – ha detto il giornalista – io ero in mezzo alla gente perché il mio lavoro si fa così e non sono certo un poliziotto e un avvocato che mi devono spiegare come si faccia». (ansa)
Stefano Origone ha subito fratture alle dita di una mano per difendersi dalle manganellate