MILANO – A Milano la consegna del Premio Guido Vergani, nella sala Barozzi dell’Istituto dei Ciechi, è stata anche quest’anno l’occasione per discutere con istituzioni e firme affermate e di promettente avvenire sullo stato della professione e della situazione sindacale, economica e “politica” del giornalismo.
Il presidente del Gruppo Cronisti Lombardi, Cesare Giuzzi, ha sottolineato “la condizione delle tute blu del giornalismo che lavorano scrupolosamente per un compenso che va dai 3 agli 8 euro ad articolo. Non ci rassegniamo all’idea che questa sia la vita normale. E gli editori dovrebbero capire che non si può fare buona informazione gratis, attingendo da persone non qualificate o non pagando proprio il lavoro di professionisti. In questo periodo ci siamo concentrati sull’abbattimento dei muri: siamo entrati nel mondo dei vigili del fuoco, con il Comando provinciale dei carabinieri si è riusciti, per la prima volta, a creare una struttura con 5-6 carabinieri dedicati ai rapporti con la stampa. E la presenza qui del comandante provinciale dei carabinieri Canio Giuseppe La Gala, del comandante del Gruppo di Milano della Guardia di Finanza, Edoardo Moro, e del rappresentante del Commissariato Monforte Vittoria, Andrea Fiumanò, dimostra che con le forze dell’Ordine stiamo cercando o un dialogo continuo per informare meglio. Con il sostegno del provveditore delle carceri Luigi Pagano abbiamo portato i cronisti nei penitenziari per rompere l’isolamento da entrambi i lati”.
Il presidente della giuria Umberto Brindani, direttore di Oggi, ha messo in luce il Vergani come “Premio principe che porta in primo piano il lavoro del cronista. Un mestiere difficile da imparare: fondamentale la capacità di cogliere la notizia. Bisogna andare sul posto, parlare e verificare. La credibilità si costruisce con molto lavoro e pazienza. È la grande forza nella lotta alla notizia falsa che, a volte, viene alimentata dai poteri economico e politico. La mia raccomandazione: coltivare e alimentare il dubbio”. Per il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Gabriele Dossena “nuove norme della legge 198 potrebbero dare supporto a migliorare la professione. Bisogna fare attenzione al ruolo dei motori di ricerca: la notizia non vera, comunque, fa il giro del mondo. La Germania la combatte con forti multe, la Francia con il bollino qualità di colore diverso sulla fonte. In Italia non c’è una legge: il disegno di legge prevede un’ammenda di 5 mila euro. Ma non bisogna inventarsi nuove soluzioni quando abbiamo in casa l’articolo 656 del codice penale che punisce con ammende fino all’arresto la pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico. Per fortuna il pubblico ha anche fiducia nei giornalisti e il valore della firma è un bene assoluto da difendere”.
“Veniamo dalla Giornata della Memoria celebrata il 3 maggio in tutta Italia e particolarmente a Reggio Calabria, Torino e Milano”, ha commentato il presidente dell’Unione Cronisti italiani, Alessandro Galimberti, proseguendo: “Parlo dei morti e trovo straordinaria similitudine tra periodi di terrorismo e di mafia e momenti attuali: spero di non essere profeta, ma i colleghi lavoravano in un clima di emarginazione sociale, posti all’indice e in condizioni difficili. Facebook ha un miliardo e mezzo di iscritti e un post denigratorio fa male nel globo, non nel giardino di casa. Additare i cronisti come nemici della verità crea le premesse per essere soggetti a botte, bastonate o colpi di arma. Abbiamo già troppi cronisti da piangere”.
Secondo il presidente dell’Associazione Lombarda Giornalisti, Paolo Perucchini, “il mestiere del giornalista è sempre più delicato per come sono diventati la professione e il mercato del lavoro. Più rischioso per il giornalista e per la comunità che deve far fronte alle fake news ed è disorientata. Dobbiamo combattere con mordacchia, querele temerarie, pressione psicologica. Il calo dei ricavi riduce la capacità di spesa e investimento dei giornali che si riflettono su occupazione e salari o pagamento del singolo articolo. Ho impressa questa frase di Alberto Sordi: «Io sono un attore cinematografico conosciuto, meno in televisione perché pagano poco». Lavorare per un euro non è dignitoso, ma fa guadagnare altri. Inoltre cala la possibilità di ingresso alla professione: 120 mila iscritti all’Ordine di cui 80 mila pubblicisti è una platea troppo vasta. Crisi di rappresentanza del sindacato? difficile incidere quando non c’è compattezza sindacale”.
La chiusura a Rodolfo Masto, commissario dell’Istituto dei ciechi: “Scrivere vuol dire anche conoscere le leggi. Sono ciechi civili coloro che non vedono lateralmente ma vedono per tre decimi. Nessuno di tutti coloro finiti sui giornali e TV come “finti ciechi” ha avuto cassata la pensione. Hanno subito violenze mediatiche gratuite. Istituti come il nostro vivono sul grande cuore della città e in quei mesi è stata difficile. Perciò desidero ricordare grandi amici come Guido Vergani e Candido Cannavò che ricordavano sempre di consumare le suole prima di scrivere un articolo. Desidero con forza che qui si celebri sempre la consegna del Premio Vergani. Un giorno Ferruccio de Bortoli chiese a Guido di offrire le sensazioni dopo aver percorso il Dialogo nel buio. Quell’articolo mise un seme che ha portato oltre un milione e 400 mila visitatori, in gran parte giovani. E 60 non vedenti hanno trovato lavoro”.
Applausi vigorosi a Masto e infine ai premiati dalla giuria presieduta da Umberto Brindani e composta da Brunella Giovara (la Repubblica), Laura Feltre (Il Giornale), Massimo Donelli (Rai), Paola Bergna (fotoeditor di Oggi), Fabrizio Lucidi (Il Giorno), Paolo Baldini (Corriere della Sera) e dai membri del direttivo del Gruppo cronisti lombardi Cesare Giuzzi (presidente), Antonello Capone (vice presidente), Nicola Vaglia (tesoriere), Fabrizio Casinelli, Michele Crosti, Andrea Galli, Elena Golino, Carlo Riva e Rossella Verga con i revisori Attilio De Pascalis, Renzo Magosso, Lorenzo Di Palma.
Massimo Pisa del quotidiano la Repubblica premiato Cronista dell’anno Guido Vergani 2017 per la sezione carta stampata. Sua l’inchiesta sul fascicolo della Questura e della polizia politica sul premio Nobel Dario Fo e sulla moglie Franca Rame. Seconda Cristina Bianchi, di Oggi, per un servizio sui figli dei detenuti. Terza Claudia Zanella (la Repubblica) per un’inchiesta sul mercato nero delle tesi di laurea. Riconoscimenti a Francesca Grillo (Il Giorno) per un’inchiesta su una truffa che ha coinvolto decine di commercianti, Salvatore Garzillo (Libero) per la storia di una giovane studentessa del Conservatorio morta mentre portava ovuli di droga a Milano e a Giannino Della Frattina e alla redazione de Il Giornale per un’inchiesta su Milano e i suoi quartieri.
Per la sezione Radio e televisioni, primo premio ad Annalisa Corti per un servizio su La Gabbia di La7 sul “ghetto islamico” nel quartiere popolare di San Siro a Milano. Secondo premio a Camilla Manconi del Tgr Rai Lombardia per l’intervista all’assassino della donna uccisa a Cernusco sul Naviglio e poi gettata in una cava. Terza Elisabetta Santon per un approfondimento realizzato per Tv7 di Rai Uno sui lavoratori della catena Foodora. Premio specile a Paolo Maggioni di Rai News24 per un servizio su Giorgio Ambrosoli e l’archivio Sindona.
Per il web il primo premio è stato assegnato alla giornalista di Corriere.it Ilaria Morani e al fotografo Mattia Vacca per un’inchiesta sulla rotta Italia-Svizzera dei migranti.
Il premio fotografico “Cronaca di un istante” in memoria di Giulio Giuzzi (padre di Cesare) a Daniele Bennati per le immagini in esclusiva sull’uccisione del terrorista Anis Amri a Sesto San Giovanni realizzate la notte della sparatoria e pubblicate da tutti i media internazionali. Targa alla memoria a Stefano Guatelli dell’agenzia Newpress per la fotografia realizzata nel 1993 dopo lo scoppio della bomba in via Palestro che immortala il medico Umberto Veronesi mentre, per primo, soccorre i feriti.
Il premio “Coltivare responsabilità” realizzato e sostenuto da Coop Lombardia ai giornalisti della redazione di Brescia del Corriere della Sera Mara Rodella e Pietro Gorlani per un’inchiesta sul latte contaminato. Al portavoce della Diocesi di Milano, don Davide Milani, il premio solidarietà dell’Istituto dei ciechi di Milano per il suo impegno nel sostegno ai temi della disabilità.
I riconoscimenti alla carriera “Vita da cronista” alla giornalista de la Repubblica Natalia Aspesi, a Lorenza Pleuteri, già cronista di cronaca nera de la Repubblica e oggi collaboratrice di Donna Moderna e consulente Rai, e al giornalista del Corriere della Sera Francesco Cevasco.
Infine, grande festa per il riconoscimento speciale del Gruppo cronisti lombardi alla redazione de Il Bullone, giornale realizzato da ragazzi affetti da patologie croniche, volontari e giornalisti, diretto da Giancarlo Perego, per anni capo della cronaca milanese del Corriere della Sera.
Il Vergani è sostenuto economicamente (con premi in denaro) da Gruppo cronisti lombardi, Associazione lombarda dei giornalisti, Ordine dei giornalisti della Lombardia, Istituto nazionale previdenza giornalisti italiani e da Fondazione Cariplo, Coop Lombardia, Skp security group. (giornalistitalia.it)
Igor Capone