FIRENZE – Denis Verdini causò un “elevato danno economico al Credito Cooperativo Fiorentino, ai suoi creditori e allo Stato”, ma nonostante “l’elevata gravità dei fatti, sia per la loro continuità nel tempo, sia per la rilevante entità del dolo”, “non ha mostrato una effettiva resipiscenza”, un pentimento, “e le somme che risultano essere state da lui versate o restituite al Ccf sono assai modeste rispetto ai danni causati e non tali da dimostrare una volontà di risarcirli”. Lo scrive la Corte di Appello di Firenze nelle motivazioni alla sentenza sulla bancarotta dell’ex Ccf, la banca di cui Verdini fu presidente 20 anni.
Verdini fu condannato in appello il 3 luglio 2018 a 6 anni e10 mesi: uno “sconto” di pena rispetto al primo grado (9 anni) che la Corte ha stabilito riconoscendo, diversamente dal tribunale, la continuazione fra i reati di bancarotta fraudolenta e la truffa allo Stato per i fondi dell’editoria percepiti dal gruppo editoriale promosso a Firenze dallo stesso Verdini, altro capitolo del processo con numerosi condannati. (ansa)
Depositate le motivazioni della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Firenze