CAGLIARI – L’esclusione dei giornalisti e degli altri lavoratori del gruppo dalle parti civili, è stata sollecitata dalle difese alla prima udienza del processo per la presunta bancarotta da 130 milioni di euro che avrebbe portato al fallimento sia della società Epolis, che pubblicava numerosi giornali in tutta Italia, che della Publiepolis, l’agenzia di raccolta pubblicitaria.
Dopo il rinvio a giudizio deciso dal Gup del Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, che aveva ammesso buona parte delle costituzioni di chi ha perso il lavoro a seguito del crac, ora il pool dei difensori ha rinnovato davanti al Tribunale la richiesta di esclusione. I giudici del collegio si sono riservati: comunicheranno la loro decisione alla prossima udienza del 9 dicembre.
Tra gli imputati spiccano l’editore Niki Grauso e il successore Alberto Rigotti, mentre Carlo Momigliano, vicepresidente della concessionaria di pubblicità Publiepolis, ha scelto l’abbreviato.
Alla sbarra, accusati a vario titolo di bancarotta e altri reati societari, anche Francesco Ruscigno di Aversa, Alessandro Valentino di Barletta, Franco Manconi di Cagliari, Giuseppe Virga di Roma, Mauro Marciano e Stefano Gobbi, entrambi di Roma, Francesco Raia di Iglesias, Michela Veronica Crescenti di Ospedaletto, John Gaethe Visendi, Anna Abbatecola di Calvenzano, le sorelle Rosalba e Rosanna Chielli di Prato e Claudio Noziglia. (Ansa)
Il Gup di Cagliari il 9 dicembre darà la risposta definitiva a giornalisti e maestranze