Per il suo avvocato le accuse dell’Ecuador erano solo un pretesto per espellerlo

Così Moreno ha regalato Assange agli Usa

Julian Assange

ROMA – Le “accuse oltraggiose” dell’Ecuador nei confronti di Julian Assange sono state solo un pretesto per espellerlo dall’ambasciata di Londra e farlo arrestare. Lo ha detto l’avvocato del fondatore di Wikileaks, Jennifer Robinson, in un’intervista a Skynews. Ultimamente, il personale dell’ambasciata dove Assange era rifugiato dal 2012 aveva lamentato un suo comportamento inadeguato: non tirava l’acqua del gabinetto, lasciava i suoi panni sporchi in bagno, non lavava i piatti e lasciava i fornelli accesi, ricorda l’emittente.
Ma per la sua legale “l’Ecuador ha lanciato queste accuse per giustificare l’azione illegale e straordinaria di far entrare la polizia nell’ambasciata” per arrestare Assange. Secondo Robinson, invece, la politica di Quito nei confronti del giornalista è cambiata dopo il passaggio di consegne alla presidenza dell’Ecuador da Rafael Correa, suo storico difensore, all’attuale capo dello Stato, Lenin Moreno.
Per l’avvocato infine, il loro timore che gli Stati Uniti volessero l’estradizione del fondatore di Wikileaks è stata confermata dagli stessi Usa il giorno dell’arresto giovedì scorso. Ora “non si tratta di evitare di affrontare la giustizia svedese” se dovesse riaprire le indagini per abusi sessuali, “ma di evitare l’ingiustizia degli Stati Uniti”. (ansa)

 

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